I Web provider potranno continuare ad applicare misure per rimuovere e denunciare abusi sessuali sui minori
Controllo più rigoroso sulle tecnologie utilizzate per la protezione dei dati.
A causa della pandemia si è osservato un preoccupante aumento del volume di materiale pedopornografico su Internet.
Per questo motivo martedì 6 luglio scorso il Parlamento ha approvato, con 537 voti favorevoli, 133 contrari e 24 astensioni, una nuova legislazione per tutelare meglio i minori dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali, quando utilizzano servizi di webmail, chat e messaggistica.
L’Accordo raggiunto ad aprile scorso prevede una deroga temporanea all’articolo 5, paragrafo 1, e all’articolo 6, paragrafo 1 della direttiva 2002/58/EC, che tutela la riservatezza delle comunicazioni e dei dati relativi al traffico online.
Questa legislazione temporanea si applicherà per un massimo di tre anni, o meno se nel frattempo saranno concordate nuove regole permanenti per affrontare l’abuso sessuale dei bambini in rete.
Secondo le nuove norme, i fornitori di servizi di webmail, chat e messaggistica possono decidere di continuare a individuare, rimuovere e denunciare abusi sessuali sui minori online. Potranno anche adottare misure per contrastare il cyber grooming (adescamento di minori in rete) e segnalare i presunti abusi alle autorità di contrasto e giudiziarie o alle organizzazioni che agiscono nell’interesse pubblico contro l’abuso sessuale sui minori.
Dovranno però utilizzare tecnologie il più possibile rispettose della privacy.
Il materiale online legato agli abusi sessuali sui minori è rilevato utilizzando tecnologie specifiche che analizzano il contenuto, come immagini e testo, o i dati sul traffico.
Mentre la tecnologia di hashing aiuta con le immagini e i video, i classificatori e l’intelligenza artificiale sono utilizzati per analizzare i testi o i dati sul traffico per rilevare i possibili abusi.
La nuova legislazione non si applicherà alle comunicazioni audio.
I deputati hanno insistito per la creazione di procedure appropriate e meccanismi di ricorso per garantire che i cittadini possano presentare reclami se ritengono che i loro diritti alla privacy siano stati violati.
Le autorità nazionali di protezione dei dati avranno un controllo migliore delle tecnologie utilizzate dai fornitori di servizi sul web, grazie a una previa valutazione d’impatto e a procedure di consultazione.
Dopo la votazione, la relatrice Birgit Sippel (Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) ha dichiarato: “Gli abusi sessuali sui minori sono un reato orribile che viola i diritti umani. Occorre prevenirlo nel modo più efficace, perseguire di più i colpevoli e offrire un sostegno migliore alle vittime”.
“L’accordo – ha precisato – è un compromesso tra l’individuazione degli abusi online e la protezione della privacy degli utenti. Forse non è perfetto, ma è una soluzione temporanea praticabile per i prossimi tre anni”.
“Ora è necessario che la Commissione proponga una soluzione a lungo termine che tragga ispirazione dalle garanzie in materia di protezione dei dati individuate nelle norme temporanee e che, inoltre, renda più mirata l’analisi delle comunicazioni private”, ha concluso la Sippel.Prossime tappe
Il Regolamento deve ancora essere formalmente adottato dal Consiglio e sarà poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE.
Entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla sua pubblicazione.
Coma detto, questa modifica legislativa si è resa necessaria per permettere ai fornitori di servizi web di continuare ad applicare volontariamente le misure per combattere e prevenire la diffusione di contenuti pedopornografici online, a seguito della piena applicazione del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche nel dicembre 2020.
Nel corso del 2021, la Commissione intende proporre una soluzione più permanente per far fronte a questo problema.
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