Raccolta, produzione e distribuzione di notizie. Per questi motivi l’Intelligenza Artificiale (IA) è già stata inserita all’interno delle newsroom mondiali per implementare l’organizzazione, l’efficienza e la produttività dell’azienda giornalistica.
Così nell’ultimo approfondimento di JournalismAI, progetto finanziato da Google News Initiative e portato avanti da Polis, thintank della London School of Economics, si spiega come editori e giornalisti stanno già usando l’IA. Ma si auspica anche a una più stretta collaborazione tra piccoli e grandi editori per integrare in modo sempre più innovativo ed efficace questa nuova tecnologia.
Essendo JournalismAI un progetto nato nel 2019, si può affermare che ha registrato l’attività giornalistica e i suoi primi incontri ravvicinati con l’IA dal primo lancio sul mercato.
Il primo report, infatti, dava una visione generale dell’uso di base di questa nuova tecnologia nelle newsroom globali. Il secondo report, pubblicato solo nel 2023, si concentrava su un nuovo tipo di Intelligenza Artificiale, quella considerata “forte”, ossia l’IA Generativa. In questo secondo studio il team di JournalismAI aveva intervistato ben 105 testate in cui il 75% attestava un uso funzionale nel proprio ambiente lavorativo a livello di raccolta delle informazioni, di produzione e di distribuzione delle notizie.
Un’evoluzione stupefacente quindi di questa tecnologia a distanza di soli 4 anni. Tuttavia, una costante dei due report sembrava il profondo gap tra l’utilizzo dell’IA nelle piccole attività giornalistiche e in quelle più affermate.
Per questo, nel Summit di aggiornamento di questo anno, tenutosi a Bangalore in India, oltre ad analizzare progetti e programmi utilizzati nelle testate di tutto il mondo, ci si è soffermati anche sulla necessaria collaborazione tra piccoli e grandi editori per una diffusione e conoscenza più democratica di questa tecnologia che sta cambiando il settore giornalistico.
Lakshmi Sivadas, Senior Programme Manager della Polis LSE nel Summit indiano sull’IA, ha elencato i princìpi fondamentali per imparare a utilizzare al meglio l’IA nelle redazioni.
“Vedremo forme migliorate e, nella maggior parte dei casi, completamente nuove di esperienza dell’utente per soddisfare tali esigenze di informazione“, ha affermato Sivadas durante il Summit.
Infatti, si legge nel report, alcune aree di sviluppo futuro sono già in via di evoluzione, tra le quali: fact-checking e analisi sulla disinformazione, personalizzazione automatizzata dei contenuti, capacità di sintesi automatica per l’invio quotidiano di titoli e rassegne stampa, interviste preliminari per sorvegliare gli interessi del pubblico.
“L’IA cambierà drasticamente il modo in cui interagiamo con le informazioni. Per tenere il passo dobbiamo educare, fare introspezione ed essere aperti ad adattarci alle nuove forme di giornalismo che possono o meno coinvolgere l’IA. Abbiamo bisogno che tutti coloro che sono interessati siedano al tavolo per prendere queste decisioni sull’IA”, ha concluso Sivadas.
Articolo di T.S.
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