Google, nuovi fondi per rafforzare il fact-checking

Google e Youtube hanno annunciato una partnership con l’Institute Poynter, un istituto no profit, leader mondiale dell’eccellenza giornalistica, per supportare la lotta alla disinformazione

Grazie al Global Fact Check Fund, gestito dall’International Fact-Checking Network (IFCN), la società di Mountain View ha investito 13,2 milioni di dollari con l’intenzione di aiutare le organizzazioni mondiali a rafforzare le capacità di fact-checking. 

“ENGAGE”: la terza fase del fondo

È stata avviata, da inizio dicembre, la terza fase del Global Fact Check Fund, denominata “ENGAGE”. Con i nuovi contributi stanziati da Google e Youtube, entro l’8 gennaio 2024 le organizzazioni di fact-checking potranno richiedere dei fondi e ricevere fino a un totale di 100.000 dollari. 

Le organizzazioni destinatarie del fondo riceveranno per un periodo di 3 anni le sovvenzioni del Global Fact Check Fund.

La missione ultima del fondo è quella di rafforzare la produzione di informazione di qualità, migliorare l’engagement delle audience locali e regionali, oltre a quella degli investitori pubblicitari e aumentare la qualità, volume, frequenza e impatto delle abilità di fact-checking delle organizzazioni mondiali. 

“Questi fondi aiuteranno le organizzazioni di verifica dei fatti a migliorare il loro impatto e la loro influenza sulle persone, con informazioni accurate e verificate, su molte piattaforme e formati diversi”, commenta Angie Drobnic Holan, direttrice dell’International Fact-Checking Network (IFCN).

Le tre fasi del progetto

Il progetto, iniziato nel 2023, ha avuto due prime fasi “BUILD” e “GROW”. La prima consisteva in un aggiornamento materiale dei propri mezzi di comunicazione, lo sviluppo dei siti web o dei sistemi di sicurezza e gestione dei contenuti.

“GROW”, invece, puntava al miglioramento della competitività locale e regionale. Espandendo la propria sfera di influenza, si voleva non solo supportare ma anche formare nuove figure necessarie alla buona informazione.

La terza fase, “ENGAGE” cerca di offrire fondi che possano aiutare i candidati nella creazione di programmi, ricerca di target, formazione, ricerca del mercato target, analisi di mercato e studio di media digitali, sperimentazione per strumenti di fact-checking per ridurre il rischio di disinformazione.

Articolo di T.S.