Google fa ricorso contro la multa francese da 500 mln, “sanzione sproporzionata”

Dopo un’iniziale semplice replica nello scorso luglio, adesso Google ha deciso di presentare ricorso contro la multa da 500 milioni di euro che l’Autorità francese per la concorrenza gli aveva inflitto per aver violato l’ordine di negoziare degli accordi di retribuzione con gli editori di notizie. 

L’accusa dell’antitrust francese

L’accusa dell’authority era appunto di aver violato le sue disposizioni dell’aprile 2020 di negoziare con gli editori di notizie per il diritto di mostrare frammenti dei loro contenuti nei risultati di ricerca. 

Questa mancanza da parte del colosso americano aveva scatenato denunce e lamentele da parte degli editori francesi secondo i quali Google stava eludendo l’implementazione della nuova direttiva sul copyright dell’Unione Europea

Inoltre Google non aveva fornito agli editori informazioni sufficienti per valutare quali ricavi avrebbero dovuto ricevere, spingendoli invece a firmare accordi per il prodotto News Showcase, senza pagamenti distinti per le notizie nei risultati di ricerca generali. 

Il ricorso di Google 

“Stiamo impugnando la decisione dell’Autorità garante della concorrenza francese relativa ai nostri negoziati tra aprile e agosto 2020. Non siamo d’accordo con una serie di elementi legali e riteniamo che la sanzione sia sproporzionata rispetto ai nostri sforzi per raggiungere un accordo e rispettare la nuova legge”, ha spiegato Sebastien Missoffe, vicepresidente e country manager di Google France. 

“Continuiamo a lavorare sodo per risolvere questo caso e concludere accordi. Ciò include l’espansione delle offerte a 1.200 editori, chiarire gli aspetti dei nostri contratti e stiamo condividendo più dati come richiesto dall’Autorità garante della concorrenza francese nella decisione di luglio”, ha concluso poi Missoffe. 

Non accenna ad attenuarsi, quindi, l’acceso dibattito sulle modalità con cui le aziende tecnologiche debbano pagare gli editori per le notizie disponibili sulle loro piattaforme. La direttiva Ue sul copyright è ormai stata recepita da quasi tutti i Paesi del Vecchio Continente, ma c’è ancora da valutare e delineare le linee guida, uniche per ogni nazione, che definiranno praticamente le procedure da attuare.