“Il Digital Services Act presentato dalla Commissione Ue, che prevede di dare più responsabilità ai big tecnologici per il controllo delle loro piattaforme, “è un regolamento importante da esaminare e mettere a punto. Quali sono le responsabilità per le piattaforme? Qual è il contratto che vogliamo avere? Dove c’è bisogno di processi chiari, di maggiore trasparenza? Pensare a queste questioni e affrontarle è uno sforzo proficuo”. Lo afferma il CEO di Google, Sundar Pichai, in un’intervista al Financial Times.
Parlando del GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati entrato in vigore nel maggio 2018, che involontariamente ha favorito le aziende con la maggiore quantità di dati accumulati sui propri utenti come Google, “è la dimostrazione che per molte di queste cose le risposte sono sfumate, e la regolamentazione può sbagliare“, ha proseguito Pichai.
In merito all’idea lanciata dall’Ue di promuovere la concorrenza imponendo alle aziende come Google di condividere alcuni dei loro dati con i concorrenti, “queste saranno le domande difficili con cui dovranno confrontarsi. I governi devono riflettere su questi importanti principi”, dice Pichai, che poi avverte: “A volte possiamo progettare ecosistemi molto aperti, e possono avere implicazioni sulla sicurezza”.
Nelle scorse settimane alcuni OTT avevano scritto all’Ue sulla questione chiedendo di adottare regole “flessibili”, in modo da non penalizzare le realtà più piccole e tutelare l’internet aperto. Infatti, la difficoltà sarebbe nella rimozione di contenuti “legali ma non dannosi”: “la rimozione non può essere l’unico paradigma della regolamentazione di Internet. Un tale approccio andrebbe a vantaggio solo delle aziende più grandi del nostro settore”.