FB, nuove accuse per la vicenda Cambridge Analytica

Si torna a parlare della vicenda Cambridge Analytica ed emergono nuovi preoccupanti scenari. 

Il tem è quello della protezione dei dati personali degli utenti sulla piattaforma Facebook. L’ultima novità è la citazione a giudizio del fondatore ed amministratore delegato del social, Mark Zuckerberg, per mano del procuratore del District of Columbia Karl Racine. 

L’accusa è di non aver dato la corretta protezione dei dati che portò nel 2018 allo scoppio dello scandalo di portata mondiale. 

Cambridge Analytica

La vicenda emersa 3 anni fa riguardava la società inglese che si appropriò indebitamente dei dati sensibili di oltre 50 milioni di utenti Facebook americani allo scopo di tracciare il profilo psicologico di ognuno e poter così creare messaggi politici personalizzati, capaci di formare o indirizzare le opinioni politiche degli elettori.

Le indagini 

Le indagini portate avanti in questi anni da Racine hanno dimostrato come il ruolo di Zuckerberg nella vicenda sia stato molto più attivo di quanto ci si attendeva inizialmente. 

La pratica di richiedere agli utenti le proprie credenziali Facebook per accedere ad alcune applicazioni avrebbe consentito a terzi di ottenere informazioni personali degli utenti, oltre a like, gusti, preferenze ecc. Il tutto con il fine di proporre agli utenti stessi contenuti pubblicitari o propagandistici tarati in base ai loro orientamenti, cercando quindi di direzionarne le scelte.

Il procuratore ha dichiarato che a partire dal 2010 una modifica della piattaforma ha consentito a centinaia di sviluppatori l’accesso gratuito ai dati degli utenti di Facebook, senza incontrare opposizione da parte di Zuckerberg. 

Secondo l’accusa, quindi, Facebook sarebbe stato a conoscenza di tale violazione e l’avrebbe volutamente tenuta nascosta per più di 2 anni. 

La risposta di FB

I vertici del social negano tutto: “Queste accuse sono infondate oggi come lo erano più di tre anni fa, quando la Procura distrettuale ha presentato la sua denuncia”, ha dichiarato il portavoce di Facebook Andy Stone. “Continueremo a difenderci con forza e a concentrarci sui fatti”.