Editoria

Edicole, ad intere aree del nostro Paese è impedito l’accesso all’informazione

“Il dovere d’informare e il diritto a essere informati, la libertà di stampa, la dignità del lavoro giornalistico, l’accesso all’informazione da parte dei cittadini. Di tutti i cittadini, anche di quelli che vivono nelle periferie urbane o nei piccoli borghi disseminati sull’Appennino. C’è spazio per questi temi nell’agenda del nostro Paese e in quella della regione Basilicata? C’è da auspicare di sì”. A domandarselo (e a domandarlo al settore) è il presidente dell’OdG della Basilicata, Mimmo Sammartino.

La questione è stata più volte denunciata da alcuno soggetti del comparto editoriale. Le difficoltà della filiera distributiva nell’arrivare nelle zone più remote del Paese peggiorano di anno in anno. Viene meno la sostenibilità economica della distribuzione in aree montane o parecchio distanti dalle grandi città. 

I numeri delle edicole

Chiudono moltissime edicole (gli ultimi numeri SNAG parlavano di più di 1.400 edicole nel primo semestre 2020) e questo impedisce ai cittadini di usufruire non solo di un servizio fondamentale come quello di tenersi informati, ma anche di tutele costituzionali come il diritto ad essere informati.

Resta urgente, quindi, un piano che ripensi il sistema distributivo italiano: “C’è da auspicare che si ponga fine a una lunga stagione di disattenzioni e si diffonda, fra i decisori, la consapevolezza della irrinviabilità nell’affrontare tali problemi. Una emergenza che non va concepita soltanto nell’interesse di chi lavora nel settore dell’informazione, ma di tutti i cittadini di questo Paese, per i quali è necessario affermare pari diritti di cittadinanza”, ha proseguito Sammartino. 

La situazione del settore

Il problema tocca tematiche importanti come la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione: “I ripetuti attacchi alla libertà di stampa, la minaccia delle querele bavaglio e del carcere per i giornalisti, la disarticolazione delle redazioni a causa delle continue espulsioni degli operatori, delle scarse assunzioni di nuovo personale, del lavoro sempre più precario, con gravi riverberi sulla stessa sostenibilità previdenziale, la mancata riforma di una legge sull’editoria (sul piano nazionale come su quello regionale), persino la drastica riduzione del numero delle edicole e il moltiplicarsi di paesi nei quali addirittura non arrivano quotidianamente i giornali, delineano uno scenario allarmante”.

L’appello, quindi, rivolto alle istituzioni, consiste nel chiedere a gran voce il ripristino della capillare rete delle edicole, su tutto il territorio nazionale. 

Irene Vitale

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