Crimi: “Intollerabili le minacce del boss libico Bija ai giornalisti che indagano su di lui”

«Faremo tutto il necessario affinché siano garantite loro le dovute condizioni di sicurezza, perché possano continuare a svolgere in libertà il proprio lavoro d’informazione ai cittadini».

Il 17 ottobre scorso, con un post sul proprio profilo facebook, l’attuale viceministro dell’Interno e già sottosegretario all’editoria, Vito Claudio Crimi, è tornato a parlare a difesa del giornalismo investigativo e della libertà e sicurezza dei giornalisti sotto minacce e intimidazioni.

Vito Crimi, facebook

Lo ha fatto a favore della giornalista freelance, Nancy Porsia, e del giornalista di Avvenire, Nello Scavo, per l’inchiesta che sta conducendo sul quotidiano della Conferenza Episcopale nei confronti del boss libico e trafficante di esseri umani Abd al-Rahman al-Milad, detto Bija.

«Trovo intollerabili le minacce, nemmeno tanto velate, – ha scritto Crimirivolte da Bija (Abd al-Rahman al-Milad, indicato dall’Onu come boss mafioso libico e trafficante di esseri umani) alla giornalista freelance Nancy Porsia e al giornalista di Avvenire Nello Scavo per l’inchiesta che sta conducendo il quotidiano della CEI. Invece di rispondere nel merito, Bija accusa il Governo italiano di affermare il falso e oltremodo attacca chi cerca di fare luce sulla sua visita in Italia. Come Governo non possiamo permettere che ciò accada».

Nancy Porsia, twitter

«Non accettiamo che vengano rivolte minacce e intimidazioni a giornalisti italiani – ha concluso il viceministroe faremo tutto il necessario affinché siano garantite loro le dovute condizioni di sicurezza, perché possano continuare a svolgere in libertà il proprio lavoro d’informazione ai cittadini».

Perché loro due?

Nello Scavo, twitter

Ricordiamo che Nancy Porsia è stata tra i primi reporter a raccontare il ruolo di Bija, già alcuni anni fa. Nello Scavo, da parte sua, sta pubblicando sul quotidiano Avvenire una serie di articoli sul viaggio del boss in Italia – in visita ad alcuni centri migranti – e sulla partecipazione del “signore della rotta libica” al summit nel centro di accoglienza siciliano di Mineo.

(Foto in alto: l’arrivo di alcuni migranti a Lampedusa, in Sicilia  da wikipedia.com – Autore Sara Prestianni / Noborder Network – licenza CCBY2.0)