Il team di avvocati della Big Tech americana, Google, chiede alla Corte Suprema del Brasile (Stf) di archiviare ogni azione legale contro alcuni dirigenti di Google.
La controversia sarebbe nata in seguito ai presunti oscuramenti di post che favorivano l’approvazione del disegno di legge (Ddl) 2630. La proposta vuole combattere più duramente la disinformazione, l’estremismo in rete e l’hate speech.
L’approvazione (fallita) del Ddl era attesa non solo dagli utenti brasiliani, ma anche da giornalisti e attivisti, che hanno riferito che molti post e informazioni favorevoli a questo progetto erano state nascoste. Erano invece presenti fake news contrarie al Ddl.
La ritrosia, non solo di Google, ma anche di altre Big Tech quali Meta, Telegram, TikTok e Discord, nei confronti del Ddl è dovuta dal fatto che queste aziende “dovranno investire in strutture di controllo dei contenuti, in servizi esterni di revisione e che saranno responsabili per la pubblicità sulle loro reti, oltre a dover sviluppare meccanismi più efficienti per comunicare con gli utenti e le autorità locali”.
Google si è difesa sostenendo che la sua condotta non è stata “abusiva”, anzi, la piattaforma avrebbe contribuito “al dibattito democratico delle idee, e non viceversa”. Per questo i legali della Big Tech chiedono di far decadere tutte le accuse contro questi dirigenti.
Articolo di T.S.
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