D’Antonio era il direttore responsabile della rivista l’Enologo, associata USPI dal 1973.
Il Covid si è portato via il giornalista Nino D’Antonio, direttore responsabile della rivista l’Enologo, rivista ufficiale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani associata all’USPI da ben 48 anni.
D’Antonio aveva 86 anni ed è il 46° giornalista italiano vittima del Covid dall’inizio della pandemia.
Napoletano verace, è stato docente di letteratura italiana, scrittore, giornalista, critico d’arte e appassionato di enogastronomia.
Ha scritto una trentina di libri e girato una serie di documentari televisivi che gli sono valsi il primo premio al Festival Internazionale del Film Turistico. Vincitore di premi giornalistici, si è avvicinato al mondo del vino negli anni ’50, grazie all’incontro con l’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui era Ambasciatore.
Tra i suoi libri più importanti, scritti per le Città del Vino possiamo ricordare: Costa d’Amalfi, borghi divini; Vini e gente di Sicilia; Don Calò, venti racconti intorno al vino; Il vino si fa immagine; Campania, le 40 Città del Vino; Uomini e vini, venti ritratti a tutto tondo; Incontri in cantina; Dietro la bottiglia.
Per L’Enologo ha curato diverse rubriche su tematiche, tra cui: Viaggi nell’Italia del gusto: Scuole Enologiche d’Italia; I Consorzi di tutela si presentano.
“Con Nino – ha pubblicato in post sul sito di Assoenologhi il presidente Riccardo Cotarella – se ne va un grande professionista, un appassionato del mondo del vino e soprattutto, per me, se ne va un caro amico. Ho avuto l’onore di conoscere Nino tanti e tanti anni fa, abbiamo collaborato su tante iniziative e per ultima la sua direzione de l’Enologo. Discreto, colto, generoso, la sua figura rimarrà indelebile per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Ci mancherà e mancherà al nostro mondo che lui ha saputo raccontare nei decenni con amore, dedizione e assoluta competenza”.
Le condoglianze di USPI vanno alla famiglia, alla redazione e a tutti gli amici dell’associazione.
La rivista
Fondata nel 1893 da 126 anni, L’Enologo costituisce la voce della categoria. E’ associata USPI dal lontano 1973. Viene gratuitamente inviata a ogni associato e rappresenta l’organo ufficiale di stampa dell’Assoenologi. In occasione del 55° Congresso nazionale, celebrato nella primavera del 2000 a bordo della “Costa Classica”, il nome della testata passò da “L’Enotecnico” a “L’Enologo”, nel rispetto dei tempi e dei cambiamenti scaturiti dalla legge n. 129, voluta dall’Assoenologi per riconoscere il titolo di enologo, fissarne l’attività professionale e aprire le porte professionali dell’Unione Europea ai tecnici vitivinicoli italiani.
La pubblicazione si avvale della collaborazione scientifica dei direttori dei Cra di settore (già Istituti sperimentali per l’enologia e la viticoltura).
Dal 2014 l’Enologo è cambiato nella forma e nei contenuti per dare voce ad una professione in continua evoluzione. Un rinnovamento per coniugare autorevolezza, immediatezza e utilità.
Accanto ai consueti approfondimenti normativi, tecnici, scientifici e istituzionali, affrontati con nuove e più snelle chiavi di comunicazione, i lettori si sono trovati tra le mani una vera e propria finestra sul mondo, con le opinioni e i trend che caratterizzano i più importanti mercati di riferimento.
Sono state rafforzate anche le rubriche di servizio, per rendere la rivista più interattiva e più fruibile da parte del lettore. Un rinnovamento che non è stato quindi un semplice restyling, ma una vera e propria rivoluzione editoriale.