5 milioni di utenti sospesi e 10 milioni di rimozioni di post. Questi i dati riportati nel primo report sulla trasparenza di X, nell’epoca Musk.
Il social X, ex Twitter, è stato acquisito da Elon Musk nell’ottobre 2022. Prima di questo passaggio di proprietà, gli utenti del social erano abituati a vedere ogni 6 mesi i report sulla trasparenza. Un appuntamento disatteso da quando il CEO è cambiato.
L’analisi era l’unico mezzo per la piattaforma di mostrare la quantità delle segnalazioni, la loro natura e gli eventuali interventi, oltre che le richieste da parte dei governi di informazioni.
Una popolarità negativa
In questi ultimi anni, dall’avvento dell’era Musk, il social ha acquisito la nomina di piattaforma con norme piuttosto vaghe sulla trasparenza e dichiaratamente fazioso per quanto riguarda la politica americana.
I mancati report sulla trasparenza non hanno che alimentato questa nomea. Non a caso, moltissime autorità hanno ripetutamente chiamato in causa Musk e il suo social, a volte multando, a volte bannandolo.
Con questa analisi, tuttavia, si può pensare a un segnale di tregua, per riconquistare sia gli inserzionisti, calati nell’ultimo anno, che le autorità internazionali che controllano privacy e politiche antitrust.
Il rapporto
I numeri sono riferiti ai primi 6 mesi del 2024 e fotografano le applicazioni delle policy del social. La moderazione, compiuta da sistemi di IA e da un personale di moderatori, ha ricevuto oltre 224 milioni di segnalazioni da parte di utenti. Di questi, 10 milioni di post tra gennaio e giugno sono stati rimossi, mentre 5 milioni di utenti sono stati sospesi.
La maggior parte delle violazioni della policy, quasi la metà, riguardavano il linguaggio di odio, per i quali X ha preso provvedimenti per 4,9 milioni di post. Inoltre, sono quasi 20.000 le richieste di informazioni segnalate e 72.000 le richieste di rimozione di contenuti da diversi Paesi in tutto il mondo (non meglio specificati).
Secondo il report, la piattaforma ha rispettato il 70% delle richieste di rimozione e ha divulgato informazioni nel 52% dei casi.
Articolo di T.S.