Nella proposta di regolamento Ue per dotare la Comunità di un nuovo insieme di regole per proteggere il pluralismo e l’indipendenza dei media c’è anche il divieto “totale” sull’uso di spyware, i software ‘spia’, sui giornalisti. Lo ha spiegato durante la presentazione del nuovo regolamento, il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton.
Il commento dell’OdG
“La messa al bando da parte dell’Unione Europea degli spyware a danno dei giornalisti è un’ottima notizia e segna un passo in avanti per la libertà di stampa. Ci auguriamo che anche tutto il Media Freedom Act della UE, che analizzeremo nel dettaglio, vada nella stessa direzione: difesa e incentivi per il pluralismo, tutela dei giornalisti, risorse adeguate per un comparto strategico per la democrazia”. Così il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, che è intervenuto sull’argomento.
Il caso Pegasus
I software “spia” utilizzati per intercettare i giornalisti sono stati utilizzati nel caso Pegasus, che ha riacceso i riflettori sulla faccenda.
Pegasus era appunto il nome del sofisticato software usato da vari governi per sorvegliare i telefoni di leader politici, attivisti dei diritti umani, e giornalisti.