TikTok, piattaforma cinese sviluppata da ByteDance, continua a essere bandita dai dispositivi governativi in sempre più Paesi. Le motivazioni riguardano la presunta mancanza di sicurezza dell’app e le dubbie modalità di trattamento dei dati personali degli utenti.
La decisione dell’Australia
Ai Paesi che già avevano optato per questa misura, ovvero Canada, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti, si aggiunge adesso l’Australia.
Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha deliberato la messa al bando dell’applicazione su tutti i dispositivi ufficiali del governo. Come negli altri casi, la scelta si basa sulle preoccupazioni circa il possibile passaggio di dati dall’app al governo cinese. I portavoce di TikTok hanno commentato l’azione intrapresa da Albanese definendola come “guidata dalla politica, non dai fatti”.
Il Vietnam indaga sui contenuti dell’app
Diverso il discorso in Vietnam, invece. Nel Paese partirà un’indagine sulle operazioni di TikTok in seguito all’individuazione di contenuti potenzialmente dannosi per la cultura e la tradizione. Lo scopo sarà trovare un modo efficace per combattere alla fonte i contenuti inadeguati, la rimozione a posteriori non è sufficiente.
“La piattaforma deve operare secondo i regolamenti locali sia per quanto riguarda i contenuti sia in relazione agli obblighi fiscali”, ha affermato il rappresentante ministeriale Le Quang Tu Do. Non si parla ancora di vera e propria messa al bando dell’app, ma il ministro ha ribadito che chi non si adegua alle regole locali non è il benvenuto in Vietnam.
Articolo di M.M.