Nielsen pubblica i nuovi dati relativi alla pubblicità nel mese di dicembre 2020, presentando anche uno studio sul “Macro trend del mercato pubblicitario” nell’anno appena concluso.
L’ultimo mese del 2020 chiude con un incremento del 3,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, portando il calo del 2020 a -11% rispetto al 2019, calo che raggiunge il picco negativo del -15,3% se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti Over The Top (OTT).
Carta stampata
A dicembre anche i quotidiani sono in ripresa (+2,4%), mentre i periodici rimangono in calo, che questa volta è del -21,3%. Quindi, guardando al settore della stampa nel periodo gennaio-dicembre 2020 la perdita resta a doppia cifra per entrambe le tipologie di cartacei, rispettivamente del 16,2 e del 36,6%.
Internet
Internet prosegue il suo trend positivo anche nell’ultimo mese dell’anno, con una crescita del +10,1% se si considera, però, l’intero universo web (web advertising, comprendente search, social, classified -annunci sponsorizzati- e OTT). Nell’arco dell’intero anno, quindi, il dato complessivo della raccolta pubblicitaria in rete si attesta intorno al -2%.
Guardando nello specifico ai settori merceologici, sono 13 quelli in crescita a dicembre, mentre registrano bruschi cali quelli che hanno, inevitabilmente, sofferto maggiormente nel 2020 (tempo libero, -46,5% e turismo/viaggio, -56%).
Alberto Dal Sasso, Ais Managing Director di Nielsen, dichiara che “il 2020 è stato consegnato alla storia come il peggiore anno degli ultimi 75, confermato da una caduta del Pil dell’8,9%”. Ma poi spiega che “tuttavia non è stato il peggiore dal punto di vista del mercato della comunicazione che nelle recenti crisi del nuovo secolo ha mostrato performance anche peggiori. È stato un anno atipico dove si sono bruciati in totale 968 milioni di euro. Dopo i primi due mesi di crescita, il primo lockdown (marzo-giugno) ha perso 1.058 milioni (-33%), il secondo (ottobre-dicembre) 22 milioni (-1%), segno che gli operatori, soprattutto nei settori in minore sofferenza, hanno ripreso a comunicare con regolarità. In mezzo l’estate che era cresciuta di 63 milioni grazie anche agli eventi calcistici che si sono protratti rispetto alla stagionalità loro tipica”.
Un anno di alti e bassi, ma purtroppo i bassi hanno segnato definitivamente questo anno, ma la ripresa ci sarà e partirà già da questo 2021. A confermarlo è lo stesso Dal Sasso: “Abbiamo vissuto un anno atipico e difficile e la comunicazione ne ha seguito l’evoluzione. Non poteva essere altrimenti. Ma due cose abbiamo imparato: la prima è che viviamo in un mondo sempre più globalizzato dove le logiche sono state esattamente le stesse, sia in termini di audience, di linguaggi utilizzati dalle aziende e di scelte di investimento. Il secondo è che la pandemia ha prodotto le stesse dinamiche nelle diverse aree del mondo, semplicemente con tempistiche differenti. Se ciò è vero, potremmo essere ottimisti per l’anno appena cominciato. Le previsioni da più parti espresse su scala globale, ed in particolare per l’Europa, vedono un recupero di quanto perso durante il 2021. Monitoreremo se i primi mesi confermeranno questa tendenza”.