Pirateria, Ipsos: persi 1,7 miliardi, “numeri allarmanti”

Gli ultimi dati Ipsos fotografano uno scenario abbastanza preoccupante per ciò che riguarda lo stato della pirateria italiana.

Il tema, estremamente attuale, è uno dei più dibattuti sul tavolo dell’editoria italiana.

I pirati in aumento

È vero che cresce il numero dei pirati editoriali, ma sembrano invece diminuire i singoli atti singoli di pirateria. Sconcertante il numero degli utenti abbonati ai canali pirata: 2,3 milioni, di ogni fascia d’età.

L’indagine, condotta per conto di Fapav – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, spiega anche che i pirati operano in modo sempre più selettivo nella scelta dei contenuti. Il fenomeno, quindi, sta vivendo una profonda trasformazione.

I dati

Nel 2021 si è registrata un’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta pari al 43%. Contestualmente, però, c’è stato un calo rilevante nel numero di contenuti audiovisivi piratati: si stimano nel 2021 circa 315 milioni di atti illeciti, il 24% in meno rispetto al 2019, addirittura il 53% in meno rispetto al 2016.

I danni sul Sistema Paese sono ingenti. Circa 1,7 miliardi di euro in termini di fatturato, 716 milioni di euro come PIL e circa 319 milioni di euro come entrate fiscali per lo Stato.  A serio rischio anche l’occupazione: si stima una perdita di posti di lavoro pari a 9400 unità.

Nel 2021, tra i più giovani (under 14) sono aumentati i pirati ma diminuiti gli atti di pirateria, scesi del 20%. I contenuti più piratati sono, oltre al calcio e agli eventi sportivi, i film, le serie tv.

“Il fenomeno della pirateria nel nostro Paese è in continua evoluzione con uno spostamento della preferenza dei pirati verso i contenuti sportivi live, confermando un trend che già si era iniziato a manifestare nelle ultime indagini”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, presidente e direttore generale Fapav. “Numeri allarmanti”.