Una decisione importante (e soprattutto molto utile per comprendere il reale stato del settore editoriale) quella presa dal Tribunale di Campobasso che “ha deciso di andare a verificare se tante testate esistano ancora”, come riporta Giornalistitalia.it.
Il motivo? “Troppo spesso vengono registrate testate giornalistiche in tribunale, poi magari le pubblicazioni vengono sospese, cessano, si modificano, si aggiornano le periodicità, i direttori, gli editori. Molti poi si dimenticano di modificare i requisiti o di comunicare le cessazioni -non esiste un obbligo per gli editori, ndr- e di conseguenza si ammucchiano carte su carte che fanno bella mostra di sé”, si legge in una nota del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise, Vincenzo Cimino.
In questo “percorso di verifica, pulizia, ‘rottamazione’”, l’Ordine dei Giornalisti del Molise ha deciso di collaborare con il Tribunale, sfruttando la “conoscenza diretta degli editori, dei direttori, della storia del giornalismo campobassano. Una decisione prevista peraltro dalla legge, anche perché qualche furbone potrebbe utilizzare la registrazione di una testata, oramai defunta, riavviarne i motori indebitamente, per altri fini”.
“Una collaborazione che sta portando i suoi frutti: sono decine le testate cessate, le dormienti, presenti negli scaffali di viale Elena. Con la consueta generosa collaborazione, l’Odg Molise sta fornendo un servizio di supporto ai funzionari e al magistrato. Sinora sono almeno 50 le testate oggetto di rilevazione: giornali spesso degli anni 1980, 1990, 2000. Ci ha fatto piacere ricordare, in questo momento, giornali legati alla nostra tradizione e alcuni colleghi, passati a miglior vita, che hanno segnato la storia del giornalismo regionale. Si coglie, dunque, l’occasione per ringraziare i colleghi e il personale del Palazzo di Giustizia, per questa attività trasparente ed opportuna”.