No all’obsolescenza programmata dei device, l’Ue lavora a una proposta

“Stiamo lavorando all’eco-design per prevenire l’obsolescenza programmata di smartphone e tablet. Alcune aziende vorrebbero che cambiassimo il nostro smartphone ogni tre anni, li capiamo, ma non è il punto di vista dei consumatori e nemmeno il nostro, in termini di prendersi cura ora dell’ambiente”. A dirlo il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in conferenza stampa al Parlamento Ue.

La Commissione europea, infatti, si sta preparando a presentare una sua proposta di direttiva contro l’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici.

Si sta lavorando a una serie di regole condivise che “includeranno l’affidabilità, la facilità di smontaggio, incentivi alla riparazione, l’accesso a pezzi di ricambio critici e l’aumento del riciclo”, fanno sapere dall’Ue.

Già a marzo, la Commissione aveva avanzato un pacchetto di misure, adesso in discussione al Parlamento e al Consiglio degli Stati membri.

Tra le altre, la proposta contiene anche l’obbligo di informazione dei consumatori “della durabilità garantita dei prodotti”. Inoltre, “il venditore deve fornire informazioni sulle riparazioni, come l’indice di riparabilità (se applicabile), o altre informazioni sulla riparazione messe a disposizione dal produttore, come la disponibilità di pezzi di ricambio o un manuale di riparazione. Per i dispositivi intelligenti e i contenuti e servizi digitali il consumatore deve essere informato anche in merito agli aggiornamenti del software forniti dal produttore”, spiega la Commissione.