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Localizzatori: Apple e Google insieme per la sicurezza degli utenti

Detecting Unwanted Location Trackers: è il nome dello standard che accomunerà Apple e Google. La funzione permetterà di avvisare gli utenti se i loro oggetti dotati di localizzatori bluetooth si dovessero allontanare dai legittimi proprietari.

I localizzatori bluetooth a banda ultralarga come gli Apple Air Tag rappresentano un utile strumento per chi tende a smarrire oggetti. L’AirTag, ad esempio, è un piccolo accessorio che si può agganciare a un mazzo di chiavi, allo zaino o alla cintura. Era stato progettato per aiutare i distratti a ritrovare gli oggetti perduti. L’AirTag, infatti, quando l’oggetto si allontana dal proprietario, invia una notifica al cellulare tramite bluetooth. Purtroppo, però, questo utile sistema viene a volte adoperato da stalker o ladri per controllare i movimenti delle loro vittime.

La causa intentata contro Apple in California

A marzo scorso, la stessa Apple ha tentato di far archiviare un’azione legale collettiva relativa al monitoraggio illecito tramite Air Tag. Il giudice della corte federale di San Francisco, Vince Chhabria, però, ha dato ragione a oltre 30 utenti. Essi sostenevano, appunto, che i loro stalker avessero adoperato i tracker Air Tag per spiarli e conoscere sempre la loro posizione. E avevano accusato Apple di negligenza per non averli saputi proteggere e non essere riuscita a tutelare la loro privacy.

La società di Cupertino è stata, infatti, tacciata di aver lanciato l’AirTag nonostante gli avvertimenti di gruppi di difesa sulla potenziale pericolosità del prodotto.

Le contromisure adottate

Per ostacolare questi usi impropri qualche azienda ha pensato di operare delle modifiche sui sistemi operativi di alcuni smartphone.

Android aveva già previsto una funzione simile per segnalare la presenza di un tracker che si sposta assieme alla persona. L’app Tracker Detect fornita agli utenti Android, però, non è stata reputata sufficiente a proteggerli.

Dopo il nuovo accordo con Apple, verrà utilizzato un protocollo comune che in seguito adotteranno anche altri produttori di localizzatori come Samsung e Tile, specializzata in tag georeferenziati.

In concreto, se l’utente ha con sé, magari senza saperlo, un gadget di monitoraggio connesso a un profilo diverso dal suo, riceverà un avviso sul proprio dispositivo.

In tal modo, potrà rendersi conto del fatto che è controllato. Il localizzatore, infatti, emetterà un suono e l’utente potrà individuarlo e sarà anche in grado di disabilitarlo. Questa funzione è già presente sugli iPhone con iOS 14.5. Una volta scovato l’aggeggio-spia, sarà necessario rimuovere la sua batteria in modo da disattivarlo. In seguito, però, è sempre consigliabile sporgere denuncia alla polizia.

Articolo di M.P.

uspi

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