Nate sotto forma di emoticon nel Seicento, la loro evoluzione ha portato le emoji ad essere parte integrante del nostro linguaggio quotidiano scritto sul web.
La Giornata mondiale delle Emoji
Il 17 luglio cade il World Emoji Day, la Giornata Mondiale dell’Emoji: una ricorrenza nata per celebrare le tipiche immagini digitali, faccine e non solo, ormai parte integrante di tanti messaggi online.
La festa è nata dall’idea di Jeremy Burge, un vero storico dei divertenti pittogrammi, nonché fondatore di Emojipedia, sito web che raccoglie e cataloga tutte le emoji.
Emoticon ed emoji non sono la stessa cosa
Partiamo da una premessa: emoticon ed emoji non sono la stessa cosa. Le prime sono ottenute dalla combinazione di segni di punteggiatura, lettere e/o altri caratteri della tastiera.
La prima emoticon risale al 1600
La prima emoticon, ossia semplici caratteri tipografici che affiancati formano una immagine, risale al diciassettesimo secolo, rinvenuta in una poesia – To Fortune – dell’inglese Robert Herrick, esponente della scuola dei Poeti cavalieri. Un sorriso: due punti e la parentesi chiusa 🙂.
La nascita delle emoji
Nacquero in Giappone tra il 1998 e il 1999, quando il designer Shigetaka Kurita lavorava alla piattaforma web per telefoni cellulari dell’operatore NTT DoKoMo. Il suo obiettivo era arricchire le mail che il sistema permetteva di inviare dal cellulare, limitate a soli 250 caratteri. Tradusse così 176 concetti, come emozioni e luoghi, in immagini a 12 bit.
La parola non deriva dal concetto di emozione, come si potrebbe pensare, ma dal giapponese “e” (immagine), “mo” (scrittura), “ji” (“carattere”).
Franklin Loufrani e il brevetto dello Smiley
Il vero genio, in questa storia, è un giornalista: il francese Franklin Loufrani.
Negli anni ’70 avvicina un viso giallo sorridente accanto alle buone notizie che apparivano sul giornale.
Nasce così Smiley, una industria che propone ogni anno oltre tremila nuovi prodotti che riportano l’emoji per eccellenza.
Oggi la fortuna di Smiley è gestita dal figlio di Loufrani, Nicolas, che ha portato la faccina ovunque, nella moda fino al cinema, con Watchmen. Il logo venne registrato nel 1971, e oggi vale circa 300 milioni di dollari.
Lo studio Samsung: il bacio e la risata con le lacrime le emoji più amate dagli italiani.
Per celebrare questa giornata Samsung ha effettuato un’analisi sull’uso delle emoji da parte degli utenti italiani.
Dai risultati dell’indagine, si può dedurre che la faccina più amata dagli italiani è quello del bacio con il 41,4% di preferenze, seguita dalla risata con le lacrime (40,9%) e dal pollice alzato (29,7%).
L’uso delle emoji è trasversale, infatti dalla generazione Boomer a quelle «Z», tutti hanno delle preferenze su come usare faccine e simboli, magari in modo leggermente diverso a seconda dell’età, ma sempre con lo stesso obiettivo: rendere più leggero e simpatico lo scambio di messaggi virtuali.
Le maggiori utilizzatrici di emoji risultano essere le donne di età compresa tra i 35 e i 44 anni, abitanti nel Nord-Est e nel Sud Italia.
L’indagine ha inoltre evidenziato come la pandemia abbia influito sulle abitudini di utilizzo degli emoji e portato alla ricerca di nuovi simboli che possano esprimere la situazione.