L’emendamento a firma del deputato Adriano Varrica (M5S) e ritenuto inizialmente tra quelli “significativi” per la maggioranza, è stato ritirato in attesa di “approfondimenti”.
Nella seduta di venerdì 30 novembre 2018 n. 103 della Commissione V – Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati, durante l’esame del Disegno di legge n. 1334 (Legge di Bilancio 2019), la relatrice Silvana Andreina Comaroli (Lega), anche a nome del collega Raphael Raduzzi (M5S) ha proposto «l’accantonamento dell’articolo aggiuntivo Varrica 59.08» e invitato «i firmatari al ritiro, altrimenti il parere è da intendersi contrario».
L’emendamento Varrica 59.08, presentato nelle scorse settimane a firma del deputato 5 Stelle, era l’unico tra i 700 emendamenti ritenuti ‘rilevanti’ relativo all’editoria.
Il testo prevedeva lo stop ai contributi pubblici per il settore a partire dal primo gennaio 2020 e un pesante colpo di scure alle erogazioni previste per il 2019… quei contributi, cioè, che finora hanno permesso agli editori “puri” (che non hanno altri interessi economici o finanziari se non quello di vendere il proprio giornale) di resistere sul mercato, e avrebbe messo a rischio un migliaio di posti di lavoro.
A essere colpite sarebbero state soprattutto le testate minori: la stampa locale, cooperativa e no profit, quella delle minoranze linguistiche, quella diffusa all’estero.
Lo stesso Varrica, interpellato da Primaonline ha dichiarato: «L’emendamento è stato ritirato perché il tema è delicato e la maggioranza ha tutto l’interesse ad approfondire bene le misure in questione». «Stiamo lavorando – ha concluso Varrica – e posso dire che sarà chiarito tutto nei prossimi giorni».
Ricordiamo che, contro questo modus operandi del governo, l’USPI aveva indetto una Conferenza stampa (il 21 novembre scorso al Senato) dal titolo “Libertà e Responsabilità di stampa”, ricevendo il sostegno del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, di molti parlamentari di opposizione e, indirettamente, della Lega.
«La necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica – queste le parole del messaggio del Presidente del Senato all’USPI – non può, a mio parere, prevedere misure restrittive dei contributi all’editoria che finirebbero per pregiudicare l’esercizio della professione giornalistica. Gravi sarebbero le conseguenze non solo sull’occupazione, e in particolare nel segmento delle testate dell’informazione locale e di nicchia, ma soprattutto su quel pluralismo della stampa e dell’editoria che è principio cardine della nostra democrazia».
Solo pochi giorni fa, Il deputato leghista e segretario della Commissione di Vigilanza Rai Massimiliano Capitanio, in una intervista rilasciata a Affaritaliani.it, aveva esplicitamente dichiarato: «Noi siamo a sostegno dell’editoria, sia cartacea che radiotelevisiva. Siamo disponibili a metterci al lavoro, in mezzo a tante priorità, per rivedere eventualmente alcuni dei criteri, ma crediamo che in nome della libertà di informazione vada garantito il pluralismo e anche sostenuta una professione che altrimenti rischia di estinguersi».
Nell’esprimere soddisfazione per il ritiro dell’emendamento taglia-fondi all’editoria e nell’incitare «a lavorare per far sì che il tema venga definitivamente tolto dal tavolo e per evitare che vadano a segno altri tentativi, peraltro già annunciati, anche dal sottosegretario Vito Crimi, di penalizzare il mondo dell’informazione», la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti hanno rivolto un ringraziamento a Sergio Mattarella:
«Un grazie – si legge nella nota congiunta FNSI e OdG – al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha più volte sottolineato la necessità di tutelare il pluralismo dell’informazione e di salvaguardare le realtà più piccole e a quanti, parlamentari, giornalisti, cittadini, si sono mobilitati per difendere la libertà di stampa e l’articolo 21 della Costituzione».
«Nessun passo indietro. – ha invece dichiarato il Sottosegretario all’editoria Vito Crimi – Ripresenteremo al Senato l’emendamento Varrica». Crimi ha confermato la necessità di un ulteriore approfondimento sul tema: «In particolare, c’è bisogno di una rimodulazione della progressività delle riduzioni e per interventi specifici per il settore delle edicole. Il taglio dei contributi diretti ci sarà, nessun passo indietro come abbiamo sempre detto, ma con attenzione e in maniera corretta».
(Foto in alto: Entrata della V Commissione Bilancio della Camera, da www.camera.it)