ROMA (ITALPRESS) – “Sul fronte del mercato del lavoro, gli ultimi dati disponibili, relativi al mese di marzo, non sembrano ancora evidenziare un impatto significativo dell’emergenza Covid-19 almeno per quanto riguarda il numero degli occupati, diminuito solo lievemente (-0,1% la variazione congiunturale). Si tratta di una variazione in linea con quanto registrato nei primi due mesi dell’anno (-0,1% e 0,0%, rispettivamente a gennaio e febbraio 2020), prima dello scoppio della pandemia, anche grazie ai provvedimenti governativi di sostegno all’occupazione e ai lavoratori emanati fin dai primi giorni”. Così Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, in audizione in commissione Lavoro del Senato.
“Al contrario, potrebbe essere ascritta, almeno in parte, all’attuale fase di emergenza la ricomposizione osservata nel mese di marzo fra disoccupati e inattivi in età lavorativa (15-64 anni) che ha visto, in un solo mese, il tasso di disoccupazione scendere di 0,9 punti percentuali (raggiungendo l’8,4% della forza lavoro) e il tasso di inattività salire in modo sostanzialmente corrispondente (+0,8%, raggiungendo quota 35,7%)”, ha aggiunto.
“L’impatto del lockdown, in base d’anno, avrebbe riguardato circa 385 mila occupati, di cui quasi 46 mila non regolari (il 2,2% dell’occupazione totale). Il risultato complessivo – ha sottolineato Monducci – mostra una forte eterogeneità settoriale. I comparti maggiormente coinvolti sarebbero quelli dell’alloggio e ristorazione (11,3%, pari a 139 mila occupati, di cui 22 mila non regolari), commercio, trasporti e logistica (2,7%, 92 mila occupati, di cui poco più di 5 mila non regolari) e i servizi alla persona (1,2%, 45 mila occupati, di cui più di 8 mila non regolari). Un minore impatto si registrerebbe invece per la produzione manifatturiera e le costruzioni”.
(ITALPRESS).