La Presidente Marina Macelloni: «Tale intervento è stato reso possibile grazie alla solidarietà intergenerazionale dei colleghi attivi».
Il Consiglio di amministrazione dell’INPGI, nella riunione del 29 novembre scorso , ha deciso anche per il 2018 (e quindi per il 6° anno consecutivo) l’erogazione di un importo una tantum sulle tredicesime, utilizzando l’apposito Fondo di perequazione costituito in occasione del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico del 2009, alimentato con un contributo di 5,00 euro mensili versato dai giornalisti attivi.
Nonostante la diminuzione del numero degli occupati, il Comitato tecnico FNSI/INPGI che si occupa della gestione del Fondo di perequazione aveva già proposto di confermare i criteri di erogazione precedentemente adottati.
Per i pensionati diretti: l’ “una tantum” sarà pari ad euro 2.000,00 lordi per le classi di importo pensionistico fino a 2.500,00 euro lordi mensili (beneficiari circa 404 rispetto ai 545 dell’anno precedente);
Per i pensionati superstiti: l’ “una tantum” sarà pari ad euro 1.500,00 lordi per le classi di importo pensionistico fino a 1.000,00 euro lordi mensili riferiti all’intero nucleo (beneficiari circa 15 rispetto ai 25 dell’anno precedente).
«Poiché il Fondo di perequazione – informa una nota pubblicata sul sito dell’INPGI – ha lo scopo di contribuire alla perdita del potere d’acquisto che subiscono i trattamenti pensionistici nel corso del tempo, la suddetta erogazione sarà applicata alle pensioni in essere alla data del 31 dicembre 2017».
L’Istituto precisa che dalla erogazione sono stati esclusi i seguenti trattamenti:
– anzianità contributiva INPGI inferiore a 10 anni;
– pensioni non contributive;
– beneficiari di assegni di super-invalidità e contributo per case di riposo;
– pensioni a superstiti riferite a posizioni de cujus con anzianità contributiva INPGI inferiore a 10 anni.
Le proiezioni degli uffici dell’Istituto di previdenza, stimano che i destinatari dell’ una tantum 2018, saranno in totale 419.
«Anche quest’anno – ha commentato Macelloni – l’Istituto ha deciso di tutelare i colleghi che percepiscono pensioni basse. Tale intervento è stato reso possibile grazie alla solidarietà intergenerazionale dei colleghi attivi».
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