Il 68% degli editori online fattura meno di 100.000 euro annui, con un picco di un 7% che fattura circa 3 milioni di euro.
Primo “Osservatorio AGCOM sulle testate online – Rapporto 2018”, in collaborazione con USPI e ANSO.
Determinante il contributo offerto dalle testate associate alla nostra Unione.
Delineare per la prima volta in Italia un quadro accurato di una realtà poco conosciuta come quella delle testate esclusivamente online e monitorarne l’evoluzione: questi gli obiettivi della prima edizione dell’Osservatorio sulle Testate Online avviato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in collaborazione con USPI e ANSO.
1. Il panorama di riferimento
L’indagine, realizzata attraverso la somministrazione di un questionario, rivolto agli editori di testate esclusivamente online che non operano in altri settori della comunicazione, è stata avviata a giugno 2017 e si è conclusa, con l’invio delle ultime comunicazioni, a novembre 2017.
La partecipazione è stata molto soddisfacente, secondo l’Autorità. Le risposte valide pervenute corrispondono a un campione di 141 editori web che editano 189 testate online. Si tratta di un campione pari all’11% delle imprese attive a luglio 2017 che comunicano al ROC di pubblicare testate esclusivamente elettroniche (ma che possono pubblicare anche altre testate non elettroniche) e pari al 18% dell’universo composto dagli editori di sole testate digitali. Il campione rappresenta quindi, secondo l’AGCOM, una percentuale significativa, prossima al 20%, dell’universo di riferimento.
2. La rilevanza delle testate online nell’ ecosistema dell’ informazione
La pervasività di Internet, si legge nel Rapporto, ha comportato l’emergere di nuove offerte informative e di nuove abitudini di consumo. L’effetto della digitalizzazione sull’informazione ha, infatti, determinato un drastico cambiamento dei paradigmi del mondo della comunicazione e un elevato impatto sui modelli informativi.
La digitalizzazione, nel consumo mediatico, non rappresenta una semplice riproposizione del prodotto cartaceo o analogico ma implica un ripensamento del prodotto informativo. In particolare, nel caso delle testate esclusivamente online, non offre una replica del prodotto cartaceo ma un nuovo strumento informativo.
Dal punto di vista della produzione editoriale di news online, il contesto nazionale, piuttosto conservatore, premia soprattutto gli editori di derivazione tradizionale anche nelle attività in rete. Analizzando le audience delle testate online, si rileva un primato degli editori provenienti dai media tradizionali – soprattutto carta stampata (Repubblica, Corriere della Sera, Messaggero,…) ma anche Tv (TGCOM24) e agenzie (ANSA) – anche se nelle prime posizioni rientrano anche testate esclusivamente online (Citynews, Nanopress, e Fanpage).
D’altronde, rileva l’Autorità, il ruolo che stanno assumendo le piattaforme online (i social network in particolare) e la fruizione in mobilità stanno modificando radicalmente la distribuzione e il consumo di informazione. Analizzando quindi i dati di Audiweb della navigazione dell’informazione online attraverso i principali social, emerge con forza l’importanza delle testate online come fonte primaria di informazione (tra le prime tre testate per audience, due, Fanpage e Huffington Post, sono native della rete).
3. Analisi del settore
3.1 Il fatturato
Il Rapporto evidenzia come il settore, pur essendo caratterizzato da una elevata differenziazione del prodotto, presenti alcuni tratti generali di sistema.
L’offerta informativa online è generalmente gratuita per l’utente, per cui la valorizzazione dei contenuti informativi digitali si basa principalmente sulla generazione di audience al fine della vendita di contatti agli inserzionisti di pubblicità. Ciò conduce a una diretta relazione tra contatti raggiunti e dimensione economica degli editori online, nonché a quella che in rete viene definita come “una coda lunga di piccole imprese”.
Innanzitutto, si riscontra la presenza di poche imprese di maggiori dimensioni, la cosiddetta “testa” della distribuzione del settore, e un’elevata presenza di piccoli editori, “coda lunga”. Questa peculiare distribuzione, tipica di molti mercati Internet, è dovuta alla presenza di basse barriere all’entrata e, al contempo, elevati ostacoli al successivo sviluppo economico delle testate.
Il ricavo medio annuo degli editori che operano sul web è pari a 337.806 euro, ma la distribuzione per classi di fatturato è assai differenziata, tale da rendere il valor medio un dato poco indicativo delle peculiarità del settore.
Nel caso delle testate online, si osserva come la “coda lunga” della distribuzione sia formata dal 68% dei soggetti attivi nel settore, imprese che fatturano annualmente meno di 100mila euro. Il dato medio di fatturato di questa parte del settore è pari a circa 20mila euro, il che dimostra l’esistenza di una grossa fetta di editori che presentano carattere più amatoriale che commerciale.
La “testa” della distribuzione è, invece, formata da un 7% di editori web che fatturano mediamente circa 3 milioni di euro.
Nel mezzo, vi è un quarto di soggetti (25%) che ricavano annualmente tra i 100mila e il milione di euro (mediamente oltre 300mila euro). In entrambi i casi, si tratta di aziende più strutturate che agiscono sul mercato in modo commerciale.
La concentrazione delle risorse diventa un problema particolarmente sentito proprio nel settore delle news online, allorché gli editori si trovano a fronteggiare sulla principale fonte di finanziamento, la pubblicità appunto, la concorrenza delle piattaforme
Analoghe considerazioni possono essere richiamate dall’analisi della struttura organizzativa che varia significativamente con la dimensione e la natura dell’impresa.
Gli editori “amatoriali”, in media, sono composti da due persone: il fondatore-giornalista e una persona all’amministrazione e alle vendite di pubblicità (spesso locale). A questi si aggiungono tre consulenti esterni, per lo più giornalisti (due), e un tecnico informatico (per la predisposizione dell’offerta online, che sia un sito o una app).
Totalmente differente la struttura degli editori commerciali, che sono composti in media da 9 unità di personale e 18 consulenti esterni. La strutturazione dell’organizzazione incide non solo in termini assoluti, ma rende anche relativamente più importanti le figure di supporto ai servizi informativi: quelle commerciali (vendita e amministrazione) e quelle tecnico-informatiche (gestori del sito, amministratori social, addetti alla multimedialità).
3.3 Il posizionamento orizzontale…
In termini quantitativi, l’Autorità stima che poco più della metà delle testate online (54%) è di tipo generalista, mentre il rimanente (46%) è più specialistico.
Di quelle specializzate, il tema più trattato è lo sport (il 41% delle testate specializzate), seguito dalla finanza (23%) e della scienza e tecnologia (22%). Peraltro, la gran parte (55%) delle testate che si occupano di argomenti sportivi tratta argomenti calcistici (55%).
Ma le testate online soprattutto in termini geografici: oltre la metà di esse (51%) presenta, infatti, un profilo locale. In particolare, l’analisi evidenzia come il bacino territoriale di riferimento sia più spesso quello provinciale (34%), rispetto ad ambiti più ristretti (comunale, 3%) o più allargati (regionale, 14%). Ciò indica l’esistenza, a parità di altre condizioni, di una dimensione territoriale ottima minima della testata online che coincide con un bacino di utenza provinciale.
Un ulteriore aspetto circa il posizionamento degli editori web riguarda gli investimenti che incidono sulla qualità del prodotto informativo offerto al pubblico.
Secondo l’indagine AGCOM, solo il 7% delle aziende ha più di 20 giornalisti, e si arriva a poco più di un quarto (27%) considerandone 5 o più.
i converso, il 73% delle imprese forma la “coda lunga” degli editori che hanno in media due giornalisti (comprese le consulenze esterne). La carenza di adeguate risorse impedisce spesso agli editori online di strutturarsi, investendo nella professione giornalistica.
Per i sopra citati motivi, tra le criticità da evidenziare è quella che le testate operanti esclusivamente in rete mostrano, anche rispetto a quelle tradizionali, una minore riconoscibilità e reputazione del marchio. Ciò rende attualmente impraticabile il finanziamento delle notizie, specie di attualità, attraverso modelli a pagamento. In questo contesto, la pubblicità online assume una rilevanza cruciale per l’informazione in rete.
Ma, conclude il Rapporto, la differenziazione dei contenuti, la specializzazione in contesti territoriali, il raggruppamento delle testate (più piccole) in network pubblicitari, l’utilizzo delle piattaforme sociali per la viralizzazione di alcuni contenuti sono tutte risposte di mercato che hanno garantito una certa tenuta del comparto.
Leggi il Comunicato stampa dell’AGCOM.
Leggi il “Rapporto dell’ Osservatorio AGCOM sulle testate online – 2018”.
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