Il Vernacoliere, associato USPI dal 1969, ha lanciato un appello “sentitamente” urgente

Mario Cardinali – fondatore, editore e direttore del mensile satirico – rivela: “Servono cinquemila nuovi abbonamenti per far sopravvivere il Vernacoliere”.

Chi non conosce o non ha mai sentito parlare de “Il Vernacoliere”?

Livornocronacail Vernacoliere (o, appunto, più semplicemente il Vernacoliere) è – come esplicitato sotto la testata – un «mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano». È pubblicato a Livorno, ed è diretto da Mario Cardinali che lo ha fondato nel 1961 come “Livorno Cronaca”, settimanale di controinformazione, poi divenuto un mensile di satira dal 1982.

Unico esempio di giornalismo satirico dialettale, il Vernacoliere trae la massima parte della sua radicata notorietà da notizie ferocemente paradossali ogni volta “inventate” ad originalissimo commento di quanto avviene nella realtà, nessun argomento escluso; e si tratta di notizie per di più sparate su locandine che, esposte nelle edicole, sono divenute anch’esse celebri per pubblica irriverenza di linguaggio e di contenuti, pagine a loro modo d’una storia d’Italia satiricamente nuova. Il tutto contornato e rinforzato da vignette, fumetti e rubriche varie di collaboratori che fanno o hanno fatto anch’essi la fama del mensile.

Proprio per la sua originalità, il giornale ha sempre lottato per la propria sopravvivenza. «Da sempre libero da sussidi e finanziamenti per amor di libertà, spoglio anche di pubblicità per precisa scelta editoriale da quasi quarant’anni, vive e sopravvive di sole vendite in edicola e per abbonamento», come orgogliosamente ha sottolineato Cardinali.

Ma la crisi economica di tutti i  settori di attività produttiva si fa sentire.  E con  «la crisi particolare dell’editoria cartacea, e un po’ infine il Covid, fatto è che le edicole sono sempre meno frequentate e sempre più sbarrate», ha riconosciuto il direttore.

Difficile al mondo d’oggi vivere e sopravvivere di sole vendite in edicola e per abbonamento. Per questo, in un editoriale che di seguito riportiamo, il “mentore” del Vernacoliere si è rivolto ai propri lettori, chiedendo aiuto con il suo inconfondibile stile, arguto e irriverente, ma diretto e veritiero:

«Gli abbonamenti, ecco. Ce ne occorrono almeno cinquemila in più, cinquemila nuovi abbonati per garantirci una base economica che ci permetta di mantenere ancora in vita la nostra testata, dopo sessant’anni di esistenza, dai tempi del Livornocronaca nato settimanale di controinformazione nel 1961 e poi divenuto il Vernacoliere mensile satirico nel 1982.

Abbonamenti all’edizione cartacea, precisiamo, poiché la pirateria informatica, con la riproduzione e diffusione gratuita dei nostri PDF, ci ha obbligato a interrompere già da tempo gli abbonamenti online.
E dunque, per i tanti che in particolare su Facebook si sperticano di elogi nei nostri confronti, che puntualmente ogni mese si congratulano per ogni nuova locandina del Vernacoliere, che dichiarano di adorarci per l’umorismo, per la satira e per il libero pensiero, per tutti costoro e per quanti vorranno aiutarci fattivamente è arrivato il momento di farci vedere – ove possibile ovviamente – la loro riconoscenza pratica: un abbonamento.

Mario Cardinali

E chi è già abbonato potrà ancor di più aiutarci procurandoci nuovi lettori che vogliano anch’essi abbonarsi: amici, parenti, conoscenti, persone comunque interessate anch’esse all’umorismo dissacrante e alla riflessione critica.
Ecco dunque: la nostra libertà di continuare a opporci – satiricamente ed anche seriamente, e in irrispettoso incoercibile linguaggio popolare – agli imbrogli e alle prepotenze dei Palazzi e dei vari Autorevoli Personaggi è infine nelle vostre mani.

Frugatevi – come si dice a Livorno – contribuendo, con i 27 euro d’un abbonamento annuale, alla nostra libertà di contribuire anche alla libertà vostra. Libertà di satiricamente ridere, e ridendo riportare a livelli terreni chi del suo potere fa ascensore per i propri infiniti cieli di vanità, d’arroganza e di prepotenza. Facendo sempre e comunque pagare a noi popolo sottoposto le sue infinite istituzionali e private ruberie.
A tutti gli altri lettori, quelli che già ci comprano in edicola, un caldo invito a continuare e un caldissimo grazie per tanto preziosa solidarietà.

PS – E perdonatemi – e qui parlo in prima persona – se stavolta ho dedicato l’editoriale ai fatti del Vernacoliere. I fatti nostri. Che sono però anche vostri, di voi splendida comunità di lettori. E tutto allora si tiene, nel comune interesse a una scelta di pensiero. E di vita».