Il Governo: via libera ad un ordine del giorno al Decreto Energia per lo scorporo dal 2023 del canone RAI dalla bolletta della luce.
A rischio anche il “Fondo per il pluralismo della informazione”?
Approvazione dell’Ordine del giorno della on. Maria Laura Paxia
Nell’ultima seduta prima della pausa per le festività pasquali, di mercoledì 13 aprile 2022 (seduta n. 677), il Governo ha dato il via libera ad un ordine del giorno al Decreto Energia (A.C. 3495-A/R) della deputata Maria Laura Paxia (Gruppo Misto, ex M5S) per lo scorporo, a partire dal 2023, del canone Rai dalla bolletta della luce.
La soddisfazione dell’on. Paxia manifestata sul suo profilo facebook
Maria Laura Paxia ha affidato a Facebook il proprio commento:
«Grazie ad un mio ordine del giorno al Decreto Energia dal 2023 il Canone Rai non sarà più nella bolletta elettrica. Ricordo a tutti che dal 2019 ho depositato una proposta di legge per l’eliminazione del Canone Rai ma nessun partito vuole sostenerla.Io non mi arrendo e cercherò sponde per portarla avanti!».
«L’Europa – scirve la deputata in un secondo post – non “chiede”, “impone” di togliere il canone dalla bolletta e doveva essere fatto prima. Il problema degli evasori si risolverà in modo differente. Non si giustifica l’inserimento di una tassa all’interno della bolletta tanto che da anni anche il Codacons ne recriminava l’illegittimità. Ed aggiungo che è sempre stata la mia battaglia quella di eliminare il canone Rai».
Scorporo del canone RAI dalla bolletta elettrica
La Paxia – spiega all’Agenzia AGI – che la misura doveva intervenire già dal luglio del 2021. perché l’Unione europea ha definito il canone della tv come un onere improprio, in quanto non legato ai consumi di elettricità.
«Eppure Palazzo Chigi, – sostiene l’onorevole – nonostante le mie ripetute sollecitazioni, non ha mai agito concretamente. Con il Pnrr c’è stata l’occasione giusta, visto che l’Europa chiede ai Paesi membri trasparenza per l’inserimento di componenti aggiuntive sulle forniture energetiche».
Accoglimento da parte del governo dell’ordine del giorno
In Aula della Camera, il Governo ha cambiato il parere e, da raccomandazione, è stato accolto con riformulazione, senza essere così posto ai voti dell’Aula. Prevedendo di «adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai».
Il percorso è ancora lungo
il governo ora dovrà dare seguito al via libera all’ordine del giorno, che è stato accolto con riformulazione, quindi senza un a votazione in Aula della camera.
Non mancano polemiche
«È una manovra elettorale. – scrive su Facebook il deputato di Iv, Michele Anzaldi – La decisione è già stata presa per dar seguito a una precisa indicazione dell’Unione europea nell’ambito del Pnrr, l’Italia non può sottrarsi, il decreto Energia non c’entra nulla».
E preoccupazioni
Sollevate anche diverse preoccupazioni per la possibile recrudescenza dell’evasione fiscale dell’obbligo di apgare il canone della RAI che limiterebbe le disponibilità finanziarie del “servizio pubblico”.
A rischio anche il “Fondo per il pluralismo della informazione”?
Timori sono stati espressi anche in relazione alla capienza del “Fondo per il pluralismo della informazione” per il prossimo anno.
Ricordiamo che tale Fondo – istituito dall’articolo 1, comma 1, della legge 26 ottobre 2016, n. 198 – trova la propria fonte economica proprio su lo storno di una parte del canone TV. E finanzia gran parte delle misure di sostegno a tutto il settore dell’editoria.
Seguiranno aggiornamenti…
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Ordine del Giorno 9/03495-AR/001
presentato da PAXIA Maria Laura
La Camera,in sede di esame di esame di «Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali» e con riferimento al capo I recante «Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale»; in particolare l’articolo 1 reca disposizioni in materia di contenimento degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. È da considerare che il pagamento del canone Rai tramite le bollette elettriche costituisce un onere improprio come rilevato dalla Commissione europea che ha evidenziato come il medesimo canone appesantisca troppo i costi dell’energia con relativo aggravio di spesa rispetto all’effettivo dovuto;
premesso che:
il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo e si paga una sola volta all’anno ed una sola volta a famiglia, a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione;
dal 2016 (articolo 1, commi da 152 a 159, della legge n. 208 del 2015):
è stata introdotta la presunzione di detenzione dell’apparecchio televisivo nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica;
i titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale effettuano il pagamento del canone mediante addebito nella fattura dell’utenza di energia elettrica;
l’Unione europea riconosce che l’inserimento del canone Rai nelle bollette elettriche rappresenta un onere improprio rispetto al pagamento dell’energia elettrica e va dunque rimosso;
l’eliminazione del canone Rai dalla bolletta elettrica, è un impegno, a cui peraltro doveva darsi seguito entro il luglio 2021, che il Governo ha preso direttamente con l’Europa all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, affinché venga imposto il divieto per i venditori di elettricità di raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate all’energia;
il punto di arrivo è dunque quello di eliminare le spese non direttamente collegate ai costi dell’elettricità nell’ottica di una maggiore trasparenza, come avviene per i cosiddetti oneri di sistema sui quali è intervenuta anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato;
la Commissione europea ha altresì evidenziato che il medesimo canone Rai appesantisce troppo i costi dell’energia e che pertanto le fatture collegate al consumo elettrico sono diventate molto più care rispetto all’effettivo dovuto;
in questo momento di particolare disagio economico e sociale per i cittadini è divenuto quanto mai necessario non appesantire ulteriormente i costi dell’energia elettrica con oneri impropri come il canone Rai e la necessità di trovare misure alternative al pagamento dello stesso che contrastino anche l’eventuale evasione del medesimo,
impegna il Governo
ad adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai dalle fatture relative al consumo elettrico al fine di non appesantire i costi dell’energia e non gravare ulteriormente sui consumatori che sono ormai in evidente difficoltà, nell’ottica di perseguire gli obiettivi così come rilevati ed imposti a questo Governo dalla Commissione europea, e di introdurre eventualmente anche disposizioni dirette ad evitare evasione del canone Rai.
9/3495-AR/1.
(Testo modificato nel corso della seduta) Paxia, Sarli.