ROMA (ITALPRESS) – “L’idea è varare nel Consiglio dei ministri di venerdì un Fondo unico per l’automotive che poi sarà declinato dai ministeri sia sotto il profilo degli incentivi sia sull’altro corno del problema industriale che abbiamo di fronte, cioè l’aiuto alla riconversione della nostra catena produttiva”. Lo afferma in un’intervista al Sole 24 Ore il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
“Stiamo discutendo sulla base di circa 1 miliardo l’anno. Pensiamo che abbia senso solo attivare azioni pluriennali”, aggiunge il ministro.
Secondo Giorgetti “supportare solo l’elettrico significa fare un favore solo a produttori stranieri.
Diciamo che abbiamo sensibilità diverse, io ho la sensibilità di chi produce in Italia e non in Asia. Penso che non dobbiamo fermarci all’elettrico anche per favorire l’acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Dobbiamo discuterne anche con il ministero della Transizione ecologica, ma la nostra proposta arriva fino a 135 grammi di Co2 per km perchè abbiamo la responsabilità di incentivare anche una quota di produzione nazionale”.
“Dobbiamo dare risposte alla sfida che è colma di rischi della transizione dell’auto – spiega il ministro -. Da un lato le evoluzioni tecnologiche, dall’altro le decisioni che abbiamo in qualche modo deciso di condividere a livello europeo ci pongono di fronte a una riconversione che deve essere gestita sotto il profilo sociale, tenendo conto che tutta la nuova frontiera dell’elettrico implica un minore impiego di manodopera”.
(ITALPRESS).
“Stiamo discutendo sulla base di circa 1 miliardo l’anno. Pensiamo che abbia senso solo attivare azioni pluriennali”, aggiunge il ministro.
Secondo Giorgetti “supportare solo l’elettrico significa fare un favore solo a produttori stranieri.
Diciamo che abbiamo sensibilità diverse, io ho la sensibilità di chi produce in Italia e non in Asia. Penso che non dobbiamo fermarci all’elettrico anche per favorire l’acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Dobbiamo discuterne anche con il ministero della Transizione ecologica, ma la nostra proposta arriva fino a 135 grammi di Co2 per km perchè abbiamo la responsabilità di incentivare anche una quota di produzione nazionale”.
“Dobbiamo dare risposte alla sfida che è colma di rischi della transizione dell’auto – spiega il ministro -. Da un lato le evoluzioni tecnologiche, dall’altro le decisioni che abbiamo in qualche modo deciso di condividere a livello europeo ci pongono di fronte a una riconversione che deve essere gestita sotto il profilo sociale, tenendo conto che tutta la nuova frontiera dell’elettrico implica un minore impiego di manodopera”.
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