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Garante Privacy, rete simbolo di libertà che va regolamentata per tutelare i cittadini e i loro dati personali

Non si può più aspettare per regolamentare il web. Cybersicurezza, dati online, profilazione degli utenti e fake news fanno parte di un mare pericoloso in cui ognuno di noi ogni giorno naviga. Con molto poca consapevolezza e regole.
La regolamentazione deve essere il più ampia possibile, almeno di dimensione continentale perché nel mondo della rete i confini geopolitici ed economici non esistono, non hanno valore.
Anche per quanto riguarda la formazione dei giovani e la loro educazione sui sistemi informatici è fondamentale insegnare loro a riconoscere i rischi e ad arginarli, impedendone l’ulteriore diffusione.

Ogni 28 gennaio si tiene la Giornata internazionale della protezione dei dati (Data Privacy Day), promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione Europea, che ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini ad accrescere la loro consapevolezza sulla protezione dei propri dati online.
La data del 28 gennaio non è stata scelta casualmente. Si tratta infatti del giorno in cui sono stati aperti i lavori che hanno poi portato alla firma della Convenzione 108 avvenuta nell’ormai lontano 1981 in cui si stabiliscono le modalità attraverso le quali garantire ad ogni persona fisica il “rispetto dei suoi diritti e delle sue libertà fondamentali, e in particolare del suo diritto alla vita privata, in relazione all’elaborazione automatica dei dati a carattere personale che la riguardano la protezione dei dati”.

Per l’occasione, è stato organizzato ieri, a Roma, il convegno “Spazio cibernetico bene comune: protezione dei dati, sicurezza nazionale”, durante il quale è intervenuto il Garante della Privacy, Antonello Soro, toccando una serie di temi fondamentali per la gestione e la protezione dei dati personali in un panorama informatico e digitale in continua evoluzione.

REGOLAMENTAZIONE, POLITICA E DATI ONLINE
Soro ha prima di tutto rivolto un appello alla politica italiana, sull’urgenza di una regolamentazione nazionale ma soprattutto europea e sull’educazione digitale giovanile: “Quanto serve è una regolamentazione di internet, la più ampia possibile, di dimensione almeno europea e una educazione che inizi fin dall’infanzia per formare i futuri cittadini alla consapevolezza dei mezzi che utilizzano e dei rischi che questi comportano”.
Il Garante ha poi voluto puntualizzare come finalmente “oggi abbiamo capito che questa grande piazza di incontri e di scambi che è la rete, fino a poco fa simbolo di massima libertà, va invece limitata, governata attraverso il diritto, regolamentata nell’uso, perchè i dati personali hanno un grande valore, certamente economico, che deve essere difeso e preservato, e un valore che attiene ai diritti umani, che deve trovare pieno riconoscimento come tale. Un valore infine che ha importanti implicazioni sotto il profilo della libertà e degli equilibri democratici, dei singoli cittadini e dei Paesi”.

I risvolti della raccolta dei dati sono molteplici e di diverso impatto. La profilazione stessa, realizzata grazie alle ingenti raccolte dati, influenza i comportamenti dei cittadini sul web, le loro convinzioni personali, le loro opinioni e le loro preferenze. Le fake news e i social network permettono una manipolazione che non può più essere accettata dal sistema libero del web, per non parlare dei risvolti politici, ancora sottovalutati: “Dobbiamo capire che tutto questo richiede un’attenzione nuova, bisogna avere un po’ più di diffidenza verso l’informazione in rete, che ci può arricchire, ma anche raccontare tante cose non vere, e attraverso queste orientarci a comportamenti sbagliati. Ognuno di noi deve porsi il problema di cosa deve fare per proteggere i propri dati” ha sottolineato il Garante della Privacy.

Soro poi prosegue affermando che la protezione dei dati è “presupposto ineludibile della sicurezza individuale e collettiva, tanto più necessaria all’epoca dei big data e dell’internet-di-ogni-cosa. In un contesto in cui ciascun oggetto di uso quotidiano può rappresentare il canale di ingresso di potenziali attacchi informatici e in cui le fonti di rischio di moltiplicano a dismisura, è indispensabile fare della protezione dei dati, dei sistemi e delle infrastrutture l’obiettivo prioritario delle politiche pubbliche, perchè da questo dipende la tutela della persona ma anche la sicurezza nazionale”.

DATI SULLA CYBERSICUREZZA
Già il 2018 non era stato un anno positivo per i dati della cybersicurezza. Il 2019 ha peggiorato la situazione, registrando una crescita del cybercrime a livello mondiale del 17% rispetto all’anno precedente.
Per il 2020 “i rischi sono di una crescita ulteriore, temiamo. Gli esperti hanno tracciato preoccupanti previsioni, delineando uno scenario fatto di attacchi sempre più sofisticati. La sicurezza della dimensione cibernetica è costantemente esposta a minacce sempre più ibride, quindi sfuggenti, e tali da configurare una sorta di cyberguerriglia permanente” spiega Soro, facendo riferimento al prospetto preventivo per l’anno appena iniziato.

5G
Con l’arrivo del 5G, la situazione non migliorerà. Si aggiungeranno ulteriori possibilità digitali, con questa nuova tecnologica, che miglioreranno di molto la nostra quotidianità e porteranno con loro incognite e nuove problematiche che andranno analizzate e regolamentate.
“Dobbiamo compiere ogni sforzo per delimitare i perimetri di sicurezza” sottolinea Soro. Secondo il Garante della Privacy è necessaria la stesura di un ‘Privacy shield’ con la Cina per garantire il rispetto di alcune basilari tutele del diritto alla protezione dei dati. Il Garante mette in guardia: “Nella competizione cino-americana per l’egemonia sulla potenza di calcolo, l’Europa rischia di perdere ogni possibile ruolo se non ha la forza di opporre al dumping digitale un’idea di innovazione democraticamente sostenibile, fondata sui principi di trasparenza e responsabilità algoritmica, tale da coniugare economia e diritti, libertà e sicurezza”.

Privacy, sicurezza, web, 5G, politica e regolamentazioni sono sempre più legati dalla stessa necessità di creare un mondo digitale libero ma allo stesso tempo sicuro per tutti.

Irene Vitale

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