La Commissione avrà il compito di indagare sulle “attività di disinformazione”, ossia sulle attività di diffusione massiva di informazioni e contenuti illegali, falsi, non verificati, oppure dolosamente ingannevoli sia attraverso i media tradizionali, sia attraverso le reti sociali telematiche e le altre piattaforme tecnologiche analogiche o digitali.
E’ iniziata il 20 luglio 2020 la discussione in Aula di Montecitorio, in prima lettura, di un Proposta di legge – Atto Camera 1056/A per la “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all’informazione e alla libera formazione dell’opinione pubblica”.
«L’idea di una Commissione d’inchiesta sulla diffusione massiva delle informazioni false – a detta della Relatrice per la maggioranza per la VII Commissione, Lucia Ciampi – nasce dalla consapevolezza che la rete Internet ha rivoluzionato l’informazione e la comunicazione. La capacità di interagire con gli altri è cresciuta in modo esponenziale, come quella di raccogliere informazioni. Siamo di fronte a una vera rivoluzione tecnologica del modo di comunicare e di informarci, che ci pone di fronte a una sfida di potenzialità di conoscenza, di libertà e di partecipazione dei cittadini alla vita civile e politica, ma al tempo stesso espone a rischi e pericoli nuovi per la vita democratica, per la sicurezza e per la libertà. Dunque si è ritenuto necessario indagare il fenomeno in profondità, e istituire ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione. una Commissione parlamentare d’inchiesta».
Il testo che le Commissioni VII e IX propongono all’Aula è il frutto di un lavoro svolto a partire da quattro proposte di legge. A partire da questi quattro progetti differenti per impostazione e orientamento è stato svolto un lungo lavoro istruttorio in sede di comitato ristretto, portato avanti in parallelo a numerose audizioni informali. Il lavoro del comitato è culminato nella redazione di un testo unificato che le Commissioni plenarie hanno prima adottato come testo base e poi arricchito e precisato attraverso la fase emendativa.
La proposta di legge attribuisce alla Commissione d’inchiesta 11 compiti, che possono essere raggruppati in due ambiti:
– da una parte la Commissione è chiamata ad acquisire elementi conoscitivi in merito al fenomeno dell’attività di disinformazione e ai suoi fini ed effetti;
– dall’altra parte, la Commissione è chiamata a valutare l’adeguatezza degli strumenti normativi ed amministrativi esistenti per contrastare il fenomeno della disinformazione ed eventualmente a proporre l’adozione di iniziative anche legislative per una più adeguata prevenzione e un più efficace contrasto del fenomeno.
Nel primo ambito, la Commissione ha affidato innanzitutto il compito di indagare sulle attività di diffusione massiva di informazione e contenuti illegali, falsi o non verificati oppure dolosamente ingannevoli, quando la diffusione avvenga attraverso i media tradizionali o attraverso le reti socialmente telematiche e le altre piattaforme tecnologiche, analogiche o digitali.
Sono comprese le attività di disinformazione che sono perpetrate mediante la creazione di false identità digitali o la produzione e la comunicazione di contenuti in forma personalizzata, studiata sul profilo degli utenti utilizzando i dati sui profili di questi utenti.
Un altro compito affidato alla Commissione è di verificare se l’attività di disinformazione sia riconducibile a soggetti, gruppi o organizzazioni, anche aventi struttura internazionale, che si avvalgono del sostegno finanziario di soggetti interni o esteri che abbiano lo scopo di manipolare l’informazione e di condizionare l’opinione pubblica, in modo particolare in occasione di consultazioni elettorali o referendarie.
Un terzo compito affidato alla Commissione è di verificare gli effetti derivanti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie sull’attività di disinformazione, anche con riguardo alla tutela dei dati sensibili e personali e al loro utilizzo.
Un comma specifico le attribuisce il compito di «verificare eventuali attività di disinformazione compiute nel corso dell’emergenza derivante dalla diffusione del Covid-19.
L’obiettivo finale è quello di «proporre l’adozione di iniziative di carattere normativo o amministrativo volte a realizzare una più adeguata prevenzione e un più efficace contrasto dell’attività di disinformazione e della commissione di reati attraverso i media, le reti sociali telematiche e le altre piattaforme analogiche e digitali».