Editori a Ue, tutelare le società di media più piccole

Gli editori europei tornano all’attacco. Questa volta per chiedere alla Commissione Ue di “imporre maggiori responsabilità alle piattaforme online globali” garantendo però al contempo che “le piattaforme più piccole gestite da organizzazioni dei media, come i forum di discussione, non siano sovraccaricati dagli obblighi di due diligence”. 

Il tutto ovviamente nell’ambito della nuova normativa in fase di approvazione, il Digital Service Act (DSA), che avrebbe lo scopo di regolamentare il web e giganti che ne fanno parte (e che monopolizzano il settore). 

Per le otto associazioni del settore, tra cui Enpa ed Emma, che hanno avanzato la richiesta, è necessario innanzitutto garantire che il principio che “ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale online” diventi una realtà applicabile.

Le richieste degli editori Ue

Come farlo? Introducendo alcune modifiche mirate al meccanismo di notifica e azione per la pubblicazione di contenuti illegali. È necessario, poi, lavorare per proteggere la libertà editoriale delle organizzazioni dei media introducendo salvaguardie per vietare alle Big Tech di interferire con i contenuti messi a disposizione dalle diverse testate sui loro servizi.

Non solo. Gli editori chiedono anche che sia garantita la corretta attribuzione del marchio editoriale dei contenuti multimediali quando il pubblico accede ai contenuti multimediali tramite social network, aggregatori di notizie o motori di ricerca. 

Occorre poi migliorare la trasparenza dei sistemi di posizionamento delle grandi piattaforme, nonché affrontare le pratiche relative ai dati e il monopolio dei proventi pubblicitari da parte delle piattaforme online globali, garantendo nel contempo la sostenibilità della stampa e dei media. 

“Tali piattaforme includono portali di carriera e lavoro, piattaforme di valutazione e shopping comparativo. I rigidi requisiti di controllo dei contenuti ora nella DSA pongono un onere sproporzionato sulle piattaforme commerciali di questi editori che sono indispensabili per molti editori e renderebbero ancora più difficile mantenere le loro attività mediatiche in futuro”, spiegano gli editori europei, che si dicono preoccupati per la minaccia che il DSA potrebbe rappresentare per la “vivace e pluralistica economia delle piattaforme digitali in Europa”.