La c.d. Dad ha portato il colosso di Mountain View a ripensare il metodo del parental control sul sistema di calcolo del tempo impiegato dai minori sul web.
Il Family Link di Google è il modo in cui la società fondata da Larry Page e Sergey Brin riesce a mettere in campo il suo sistema di parental control per l’utilizzo degli smartphone da parte dei minori.
La pandemia – e i suoi effetti particolari sull’organizzazione della vita scolastica – hanno portato Google a ripensare al sistema di calcolo del tempo impiegato dai minori al cellulare. Il motivo? In base alle lunghe ore di didattica a distanza, che costringono – di fatto – i ragazzi a utilizzare un device tecnologico, senza che questo tempo sia in realtà collegato a una distrazione.
Il nuovo calcolo del tempo per i minori sul web
Le regole generalmente conduvise per la condotta ideale per minori sui device mobili riguardano innanzitutto il fatto di vietare tassativamente qualsiasi interazione prima dei due anni, di ridurre a un’ora al giorno il tempo trascorso davanti allo schermo tra i 3 e i 5 anni, mentre dopo i 6 anni dovrebbe essere necessario un piano concordato in famiglia, senza esagerazioni.
Proprio per la fascia d’età successiva ai sei anni, Google è stato costretto a ripensare il concetto di tempo trascorso davanti allo schermo.
Innanzitutto, i device vengono considerati come una vera e propria fonte di salvezza in un periodo di pandemia: non essendo possibili le interazioni sociali, per genitori e figli..
Va da sé, però, che se si dovessero sommare le ore trascorse davanti a uno smartphone o un pc per motivi scolastici (Didattica a distanza), per motivi di studio o di apprendimento e, semplicemente, per gioco, qualsiasi limite di tempo impostato dal Family Link di Google salterebbe.
Per questo motivo, Google ha deciso di scorporare da questo conteggio le ore destinate ad applicazioni utili per la didattica a distanza (come Google Meet, ad esempio, ma anche Classroom e altri strumenti simili), le ore destinate ad applicazioni con una base di apprendimento (ma che utilizzano lo schema della gamification per questo scopo) e quelle dedicate ad altre app di svago, come i social media.
Questo cambiamento sarà accompagnato da un report (giornaliero, settimanale o mensile) sull’utilizzo dei dispositivi mobili da parte del minore, sempre a disposizione dei genitori.