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Chrome gestisce il 61% del traffico web, cosa cambia con lo scenario cookieless

A partire dal primo semestre del 2024 Google cesserà di supportare i cookie per l’acquisizione dei dati di navigazione degli utenti.

Le nuove linee guida, proposte a luglio 2021 dal Garante della Privacy, sono in vigore dal 9 gennaio 2022 e riguarderanno soprattutto l’Europa, in cui la percentuale di traffico web gestito da Chrome è pari al 61%. Seguono Italia (68%) e Nord America (59%).

Come viene indicato nella normativa, i soggetti che offrono ai propri utenti servizi online devono tener conto del consenso preventivo al trattamento dei dati personali, del diritto di revoca di tale consenso e fornire agli interessati un’informativa adeguata, specificando la distinzione tra cookie tecnici e cookie di profilazione.

Il tema, trattato dal Boston Consulting Group nello studio “It’s time to start your AI-led Data Driven Transformation”, si configura come conseguenza della crescente attenzione verso la protezione della privacy degli utenti e apre la strada a un nuovo modo di gestire la profilazione online.

Come risolvere la questione

La proposta del Garante della Privacy è quella di facilitare la navigazione sui siti permettendo agli utenti di rifiutare tutti i cookie: basta un clic sulla X. La decisione è stata presa tenendo conto del fatto che al giorno d’oggi la navigazione sui siti online avviene utilizzando lo smartphone e che le dimensioni dello schermo rendono impossibile la chiusura dei banner.

I limiti imposti dalla nuova normativa sulla privacy avranno delle conseguenze importanti anche in merito alla personalizzazione dell’esperienza online, per cui saranno rese meno visibili le preferenze dei clienti, oltre a una perdita stimata tra l’1% e il 5% del fatturato.

Aziende a rischio sanzioni

Le aziende e le istituzioni non potranno più usare i cookie senza il consenso dell’utente, ad eccezione dei cookie che non tracciano e non profilano. In Francia, a fine anno, l’autorità privacy ha sanzionato Facebook e Google per 60 e 150 milioni di euro.

L’avviso alle aziende è quello di adeguarsi in fretta alla nuova normativa, evitando così di essere sanzionate.

Articolo di G. P.

uspi

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