“Avremmo preferito trattare il tema diffamazione in maniera organica inserendo anche la questione delle querele temerarie, ma nonostante il monito della Corte Costituzionale all’epoca presieduta dall’attuale Ministra della Giustizia Marta Cartabia che diede un anno di tempo al Parlamento per provvedere sull’assurda e anacronistica pena edittale del carcere ai giornalisti per diffamazione, si è registrato un nulla di fatto”. Lo afferma in una nota il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna.
Quindi lo stesso OdG attende l’udienza del 22 giugno prossimo, a cui parteciperà in video conferenza il presidente del Cnog Carlo Verna, per discutere il tema dell’incostituzionalità del carcere ai giornalisti per il reato di diffamazione (art. 595, comma 3, cod. penale).
I giornalisti italiani ovviamente confidano nella dichiarazione di incostituzionalità dopo che la Corte nell’ordinanza di ammissione ha sottolineato come “nei giudizi in via incidentale possono intervenire i titolari di un interesse qualificato, inerente in modo diretto e immediato al rapporto dedotto in giudizio; interesse da ritenersi in specie sussistente, in relazione alla competenza disciplinare attribuita al Cnog”.