Carcere ai giornalisti, Verna interviene all’udienza pubblica della Corte Costituzionale

Era fissata per oggi l’udienza della Corte Costituzionale per discutere il tema dell’incostituzionalità del carcere ai giornalisti per il reato di diffamazione (art. 595, comma 3, cod. penale). 

Durante l’udienza pubblica è intervenuto anche il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, che ha subito espresso la richiesta di totale cancellazione dal nostro ordinamento della previsione del carcere per i giornalisti nei casi di diffamazione, come riporta giornalistitalia.it.

“Il lavoro della stampa non può essere pregiudicato dal pericolo di una sanzione che ne impedisca il libero esercizio”, ha spiegato Verna, che ha definito le attuali norme “una tagliola per la libertà di stampa”. 

La Corte è tornata sulla questione dopo un anno, periodo di tempo in cui il Parlamento avrebbe dovuto revisionare l’attuale versione delle norme sulla diffamazione che tuttora prevedono il carcere per i giornalisti. E la decisione potrebbe arrivare oggi stesso o domani.

Verna ha poi proseguito dicendosi “deluso dal mandato che il Governo ha dato all’avvocatura dello Stato perché ancora lontano dalle esigenze del giornalismo e del cittadino ad essere informato anche nel solco dell’esigenza dichiarata dalla Consulta con ordinanza l’anno scorso”.

“Se è vero che la libertà di stampa non può essere mai messa sotto chiave e che il ruolo della stampa è essenziale per la tutela dei diritti, le questioni di legittimità sollevate devono necessariamente essere accolte”. A dirlo, questa volta, è l’avvocato Giuseppe Vitiello, intervenuto all’udienza pubblica, d’accordo con la totale cancellazione della norma in questione. 

Sempre secondo Vitiello si dovrebbero “formulare ipotesi con contorni precisi che tengano conto del tipo di diritto che viene leso” sulla linea in quanto tracciato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo relativamente ai “casi di eccezionale gravità”.