PALERMO (ITALPRESS) – Un sistema del credito che sostenga la crescita del Paese, tutelando l’occupazione ed evitando pratiche commerciali scorrette. Il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan, è a Palermo per il Consiglio regionale siciliano del sindacato, e in un’intervista all’Italpress affronta i nodi principali che il settore deve sciogliere. A partire da quello più d’attualità: il futuro di Montepaschi.
“La nostra preoccupazione è su come potrebbe essere fatta l’operazione. Al momento non abbiamo informazioni, abbiamo chiesto una interlocuzione al ministro Franco e non abbiamo avuto ancora risposte – ha spiegato Furlan -. Il “come” è dirimente rispetto al giudizio che potremo dare sull’operazione. Non mi iscrivo al toto-aggregazioni, mi interessa che ci sia una solidità industriale, senza logiche speculative, e che ci sia attenzione all’occupazione”.
Per il leader della Uilca “allo stesso tempo è molto importante cominciare a ragionare su quale sistema del credito serve al paese: un sistema capace di stare sui territori, da qui la denuncia sulle chiusure delle filiali, e di sostenere l’economia reale per la crescita del Paese”.
Furlan ha sottolineato come sia necessario che il sistema sia in grado di veicolare in modo corretto le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio sul Pnrr i sindacati confederali chiedono di poter partecipare attivamente alle strategie. “Quelle risorse devono puntare a una più equa distribuzione della ricchezza, con riforme che rendano il Paese più moderno e pronto a interpretare le sfide del futuro, a partire dalla transizione energetica – ha affermato Furlan -. Tutto questo passa anche dal mondo bancario e finanziario che sia regolato. Anche in questa prospettiva l’operazione UniCredit-Mps, se si realizzerà, per noi deve rientrare in questa visione più complessiva”.
Ha fatto notizia nel mondo bancario il sorpasso dei ricavi da servizi finanziari rispetto al credito “tradizionale”. Una tendenza che non è nuova nel settore e che ha delle conseguenze sull’occupazione e sulla gestione del personale. “Questo ci preoccupa perchè la vendita di questi prodotti finanziari spesso è spinta attraverso pressioni commerciali non opportune. Si crea un duplice problema, sia per i lavoratori e il loro benessere che per il rapporto di fiducia tra le banche e la clientela”, ha detto il segretario generale della Uilca.
Nel 2017 è stato sottoscritto un accordo tra l’Associazione Bancaria Italiana e i sindacati proprio per contrastare pratiche indebite: “L’intesa dà delle linee guida e delle indicazioni precise su cosa non si deve fare – ha spiegato Furlan -. Crediamo che la commissione nazionale istituita con l’accordo debba lavorare per trovare delle soluzioni. Si può partire da un’analisi sui sistemi incentivanti sul top e middle management, poi si può procedere con un’indagine di clima per bloccare tutte le situazioni che non rispondono ai criteri dell’accordo. Le banche devono vigilare di più sulle loro politiche commerciali. La situazione sta diventando insostenibile in alcune realtà”.
(ITALPRESS).
“La nostra preoccupazione è su come potrebbe essere fatta l’operazione. Al momento non abbiamo informazioni, abbiamo chiesto una interlocuzione al ministro Franco e non abbiamo avuto ancora risposte – ha spiegato Furlan -. Il “come” è dirimente rispetto al giudizio che potremo dare sull’operazione. Non mi iscrivo al toto-aggregazioni, mi interessa che ci sia una solidità industriale, senza logiche speculative, e che ci sia attenzione all’occupazione”.
Per il leader della Uilca “allo stesso tempo è molto importante cominciare a ragionare su quale sistema del credito serve al paese: un sistema capace di stare sui territori, da qui la denuncia sulle chiusure delle filiali, e di sostenere l’economia reale per la crescita del Paese”.
Furlan ha sottolineato come sia necessario che il sistema sia in grado di veicolare in modo corretto le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio sul Pnrr i sindacati confederali chiedono di poter partecipare attivamente alle strategie. “Quelle risorse devono puntare a una più equa distribuzione della ricchezza, con riforme che rendano il Paese più moderno e pronto a interpretare le sfide del futuro, a partire dalla transizione energetica – ha affermato Furlan -. Tutto questo passa anche dal mondo bancario e finanziario che sia regolato. Anche in questa prospettiva l’operazione UniCredit-Mps, se si realizzerà, per noi deve rientrare in questa visione più complessiva”.
Ha fatto notizia nel mondo bancario il sorpasso dei ricavi da servizi finanziari rispetto al credito “tradizionale”. Una tendenza che non è nuova nel settore e che ha delle conseguenze sull’occupazione e sulla gestione del personale. “Questo ci preoccupa perchè la vendita di questi prodotti finanziari spesso è spinta attraverso pressioni commerciali non opportune. Si crea un duplice problema, sia per i lavoratori e il loro benessere che per il rapporto di fiducia tra le banche e la clientela”, ha detto il segretario generale della Uilca.
Nel 2017 è stato sottoscritto un accordo tra l’Associazione Bancaria Italiana e i sindacati proprio per contrastare pratiche indebite: “L’intesa dà delle linee guida e delle indicazioni precise su cosa non si deve fare – ha spiegato Furlan -. Crediamo che la commissione nazionale istituita con l’accordo debba lavorare per trovare delle soluzioni. Si può partire da un’analisi sui sistemi incentivanti sul top e middle management, poi si può procedere con un’indagine di clima per bloccare tutte le situazioni che non rispondono ai criteri dell’accordo. Le banche devono vigilare di più sulle loro politiche commerciali. La situazione sta diventando insostenibile in alcune realtà”.
(ITALPRESS).