L’Australia si è contraddistinta negli ultimi mesi per una lunga serie di battaglie (per lo più vinte) contro i social e la loro gestione dei dati degli utenti e dei contenuti pubblicati dagli editori (coperti quindi da copyright).
L’ultima iniziativa, dopo quella per colpire l’anonimato in Rete, il governo vuole vederci chiaro su quanto i più giovani possono essere vittime di Facebook, Twitter, Instagram, Tik Tok ecc.
In sostanza, il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta in cui le piattaforme dovranno spiegare cosa fanno per la sicurezza e la salute mentale degli utenti.
I termini di riferimento includono l’esame dei “potenziali impatti dei danni online sulla salute mentale e il benessere degli australiani” e dell’applicazione e impatto delle misure per la sicurezza dei minori. Come le verifiche dell’età.
Lo scopo dell’inchiesta sarà anche quello di capire qual è il ruolo degli algoritmi nel moltiplicare l’esposizione a contenuti dannosi o pericolosi.
Le udienze sono già iniziate e la Committee on Social Media and Online Safety, che dovrà riferire entro il 20 febbraio, riceverà a breve i rappresentanti di devi vari social che saranno chiamati a rispondere alle accuse.