Nella mattinata di oggi si è tenuta l’audizione dei maggiori rappresentanti del settore editoriale presso la Regione Lazio. Come già anticipato sul nostro giornale, la III Commissione del Consiglio regionale del Lazio si era precedentemente riunita per affrontare il tema dell’utilizzo delle risorse stanziate a sostengo dell’editoria tradizionale e online, che ammontano a 1,3 milioni di euro.
La terza commissione consiliare permanente “Vigilanza sul pluralismo dell’informazione” della Regione Lazio, presieduta da Davide Barillari (Gruppo Misto), ha condotto oggi l’audizione, in modalità telematica, per aprire un confronto con i sindacati e le associazioni di categoria del settore, per raccogliere spunti, riflessioni e consigli per quanto riguarda i termini e i parametri del bando (criteri di selezione dei destinatari, ripartizione del fondo e tempistiche).
All’audizione ha partecipato anche il Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, lodando inizialmente le intenzioni della Regione Lazio per l’aiuto proposto al settore. “La piccola e media editoria, soprattutto territoriale, ha acquistato ancora maggiore reputazione durante questo periodo di lockdown. In un contesto difficile, come quello appena vissuto, gli editori hanno continuato a fare il proprio dovere, ecco perché apprezziamo fortemente questo intervento della regione Lazio”.
Vetere ha poi proseguito spiegando che le norme statali prevedono una serie di “crediti di imposta, anche in riferimento alla norma per gli online e per noi è insufficiente. Il settore ora ha bisogno di fondi anche per il mantenimento dei posti di lavoro”. Parlando nello specifico dei criteri utili per la gestione del nuovo fondo della Regione Lazio, il Segretario USPI ha citato quelli utilizzati nelle misure del Dl Rilancio: “nella norma per gli online abbiamo messo dei criteri che servono per dare i fondi a chi davvero se li merita, ovvero a quelli che sono davvero giornali (iscritti al Tribunale e con un Direttore responsabile, ndr) e non altre forme di informazione online (come i blog, ndr). L’altro criterio è che i giornali avessero almeno un dipendente (molte online non hanno neanche un dipendente assunto) e questo serve a favorire l’occupazione”. Nell’ottica regionale, prosegue Vetere, è fondamentale “inserire, tra i criteri di ripartizione, uno che tenga conto del fatturato. Una parte della quota deve essere destinata alla “coda lunga” (così definita dall’AGCOM) ovvero quelle aziende sotto i 100.000 euro di fatturato annuo”.
Secondo il Segretario, infatti, se non si stabilisce una quota per la “microeditoria” si rischia la non ripresa di queste aziende. Il concetto è quindi quello di “premiare chi è iscritto in Tribunale e dare almeno il 10% del fondo ai piccoli e piccolissimi soggetti del settore, come criterio base iniziale di erogazione”.
Per USPI, inoltre, è importante limitare i criteri di accesso per non rendere l’erogazione del fondo esageratamente lenta e macchinosa. Gli editori hanno bisogno di liquidità al più presto, hanno bisogno di aiuto e sostegno ora e adesso.