
Con i ricavi in costante calo e la pubblicità digitale che non basta a sostenere i costi, sempre più testate digitali hanno scelto di puntare sui paywall, bloccando l’accesso ai contenuti senza abbonamento. Il futuro, si diceva, è nell’informazione a pagamento. Ma i dati dagli Stati Uniti raccontano tutt’altro.
I dati del sondaggio
Secondo il sondaggio del Pew Research Center condotto a marzo, appena il 17 % degli americani è disposto a sottoscrivere un abbonamento per accedere alle notizie online. Il dato, pur essendo in linea con le percentuali registrate a livello globale, mette in luce una resistenza diffusa nei confronti del pagamento per l’informazione digitale.
Il 74% degli americani si imbatte almeno occasionalmente in paywall quando cerca notizie online. Tra questi, il 38% afferma che capita spesso o molto spesso.
Circa la metà (49%) di chi non paga per le notizie (83%) dichiara di non voler pagare per informarsi in quanto il web è pieno di notizie gratuite. Del resto, molti siti di informazione non adottano paywall e alcuni hanno scelto di allentarli o rimuoverli in presenza di contenuti legati a emergenze pubbliche o di particolare interesse collettivo.
Il restante 51% si divide tra chi afferma che non era abbastanza l’interesse per la notizia cercata (32%), chi lamenta il costo eccessivo (10%) e chi ritiene che la qualità della notizia non sia tale da doverla pagare.
Chi paga per informarsi?
Secondo quanto riportato dallo studio, tra chi ha almeno un abbonamento, si registrano percentuali più alte tra laureati (27%), democratici (21%), over 65 (25%) e persone a reddito elevato (30%). Questo quadro evidenzia una correlazione tra istruzione, reddito e disponibilità al pagamento per contenuti informativi, suggerendo che le testate a pagamento attirino principalmente utenti già culturalmente ed economicamente avvantaggiati.
Tra gli utenti che non corrispondono alcun contributo economico, una parte significativa rimane categoricamente contraria: il 42% dichiara che nulla potrebbe persuaderli a pagare per l’informazione. Chi invece è potenzialmente propenso a sottoscrivere un abbonamento, indica motivazioni quali l’accesso a contenuti esclusivi, un’esperienza senza pubblicità e formule di prezzo più accessibili e flessibili.
Un segnale positivo arriva da chi già ha deciso di investire nell’informazione: i lettori abbonati tendono a diversificare, spesso combinando più servizi – ad esempio quotidiani nazionali insieme a testate locali. Questo comportamento suggerisce una crescente fiducia verso l’informazione territoriale, percepita come più rilevante e specifica.
Il basso numero di utenti disposti a pagare per le notizie mette in discussione la sostenibilità dei modelli editoriali digitali. Senza un ampliamento della base di abbonati molte testate rischiano di ridurre risorse e contenuti.
Articolo di B.F.L