Unione europea: gli editori crescono, i giornalisti diminuiscono

I dati Eurostat parlano chiaro: scende di -2,5 punti percentuali il numero di scrittori, giornalisti e linguisti nell’Unione europea rispetto al 2022. Crescono invece del +9% le aziende editoriali.

Attualmente sono meno di 870mila i lavoratori nel settore dei media, che sta vivendo una situazione contrastante. Nel settore editoriale il numero dei lavoratori perde quota, a discapito della significativa crescita del tasso di editori.

La crescita maggiore nel campo delle aziende editoriali si è registrata in Portogallo, con un +7,3%, seguito da Malta (+7,1%) e dalla Francia (+6,5%).

Il giornalismo non basta: bassi compensi e burnout

Una ricerca condotta da Taktak e Display Europe, su 33 Paesi europei ha però evidenziato delle serie preoccupazioni sulla qualità e l’indipendenza nel settore della stampa.

L’instabilità finanziaria, i timori di licenziamento e le preoccupazioni sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale (IA) spaventano i giornalisti.

Quasi la metà degli intervistati si dichiara insoddisfatta del proprio reddito e lotta per coprire le esigenze della propria famiglia. Per questo molti freelance (Il 62%) si dicono costretti a dover integrare altri lavori per sbarcare il lunario. La maggior parte si rivolge alle pubbliche relazioni (37%), all’insegnamento (34%) e al marketing (19%), ma non mancano lavori come il barista o il corriere.

Queste difficoltà si riversano anche sul piano psicologico: il 60% degli intervistati ha dichiarato di aver subito un burnout.

Non mancano i timori per gli strumenti di IA, nonostante la riluttanza da parte di alcune redazione ad adottarla. La maggior parte dei lavoratori è comunque preoccupata che le redazioni possano utilizzare l’IA come scusa per tagliare i costi, comprese le retribuzione dei giornalisti. Solamente il 7% degli intervistati ha dichiarato di non essere affatto preoccupato.

Impiego: forte oscillazione

Una maggiore perdita di personale impiegata nel settore si è registrata in Portogallo, con un -28%, anche i Pesi Bassi hanno registrato una perdita significativa del 17,1%, seguiti dall’Austria con un -15,4%. Alcuni Paesi sono invece andati incontro ad una importante crescita: +67,6% in Lussemburgo e +43,5% in Lettonia.

La Germania rimane stabilmente al primo posto per numero di professionisti, sono quasi 240mila, al quarto posto c’è l’Italia con 72mila, preceduta da Spagna (74mila) e Francia (93mila).

Articolo di A.G.