Stampa Romana: introdurre il reato di “ostacolo all’attività giornalistica”

Anche l’Associazione Stampa Romana manifesta tutto il proprio dissenso sugli episodi che si stanno verificando contro i giornalisti impegnati nel loro lavoro di informare. 

“Chiunque, per limitare o impedire la ricerca, la raccolta, la ricezione, l’elaborazione, il controllo, la pubblicazione o la diffusione di informazioni, opinioni o idee di interesse pubblico, utilizza violenza, minaccia o frode in danno di soggetti esercenti l’attività giornalistica, è punito con la reclusione da due a sei anni”. 

Come si legge sul sito dell’Associazione, la proposta alle istituzioni è chiara: l’introduzione del reato di “ostacolo all’attività giornalistica”. Le ultime aggressioni subite da giornalisti “impongono alcune riflessioni non rituali. Il mese scorso abbiamo denunciato la deriva che stavano prendendo le manifestazioni romane contro vaccino e green pass con una costante indicazione dei giornalisti come “terroristi da rieducare”. Ieri come oggi chiediamo alla Prefettura, alle forze dell’ordine e alla magistratura di usare tutti gli strumenti in loro possesso per garantire lo svolgimento sereno del nostro lavoro e la repressione immediata di reati”. 

“Pensiamo – conclude Stampa Romana – che la solidarietà espressa da ministri e politici debba tradursi in precise direttive del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a tutti coloro che lavorano sull’ordine pubblico. Ma bisogna anche andare oltre. Oggi mancano gli strumenti normativi per tutelare i giornalisti che lavorano sul campo. Per una maggiore tutela degli operatori dell’informazione, come accade già in altri Paesi, sarebbe dunque necessario che il legislatore integrasse il nostro codice penale con la previsione del reato ‘di ostacolo all’attività giornalistica’”.