Report Pew Center utilizzo internet: gap c’è ma si riduce tra giovani

Uno degli indicatori di benessere di un Paese è il livello di connessione a internet. Questo per diversi fattori, tra cui la possibilità di accessibilità, di informazione, di comunicazione. E a questo proposito, l’ultimo studio del Pew Research Center ha sottolineato il divario tra alcuni Stati.

I Paesi più ricchi sono quasi costantemente connessi, mentre i più poveri o in via di sviluppo hanno una frequenza di connessione su internet nettamente inferiore. Tuttavia, si registra anche un’inversione di trend se si prendono in considerazione le fasce di età più giovani. Infatti, le generazioni nate a cavallo o nel bel mezzo dell’era digitale, nonostante i mezzi ridotti, hanno più conoscenze per approcciarsi (anche se in modo diverso) alla tecnologia. 

Metodologia del report

Il Pew Research Center è un centro di studi statunitense che fornisce dati aggiornati su questioni sociali e andamenti demografici. L’ultimo report pubblicato riguarda l’accesso a internet in 24 Paesi del mondo, tra cui USA, Canada, Regno Unito, la maggior parte dei Paesi europei e diverse nazioni di Asia e Africa.

La domanda posta agli intervistati, di diverse età, estrazione, gruppo sociale di appartenenza era: “Quanto spesso usi internet, che sia su un pc, tablet o smartphone: quasi costantemente, diverse volte al giorno, circa una volta al giorno, diverse volte a settimana o meno oppure non lo usi affatto?”.

Le interviste sono state condotte a inizio del 2025, da gennaio ad aprile, e, tranne per gli USA, tutti i sondaggi sono stati condotti per telefono. 

Un mondo suddiviso in fasce

Nonostante il Pew Research Center non esplicita la diretta correlazione tra Pil e utilizzo di internet, nella maggior parte dei casi le percentuali più significative si registrano negli Stati più ricchi.

È il caso della Nigeria e del Giappone, con rispettivamente il 13% degli adulti che dichiarano di essere connessi per lunghi periodi di tempo, rispetto al 56% del Giappone. Un rapporto simile tra la Corea del Sud, quasi costantemente online, e Paesi come Argentina, Spagna, Turchia, che invece hanno un rapporto di 4 connessi su 10. Il Canada e i Paesi europei invece  sono nella fascia centrale, con circa la metà o poco più degli adulti online più volte al giorno.

L’Italia mostra il 26% degli intervistati che sono costantemente online, il 49% che ne fa un uso frequente durante il giorno, il 14% che è su internet una volta o meno al giorno e solo l’11% dichiara di non essere affatto connesso alla rete.

Quasi estraneo alla nostra concezione, eppure si registrano ampie parti di popolazione in alcuni Stati che non utilizzano affatto internet. Come per esempio in India (36%), Nigeria (27%) e Sudafrica (24%). Ma non è solo reddito, istruzione e possibilità che possono far sgonfiare le percentuali. Per esempio, accanto alla forte percentuale giapponese di persone molto connesse (56%), coesiste il 14% della popolazione che non usa per niente internet, restituendo un quadro molto frammentato dello stesso Paese.

I giovani e il fenomeno social

Il divario dunque non è solo dato da un particolare fattore. L’altro paradigma che affiora dalla ricerca è quindi l’età anagrafica

Più le domande si spostano nella fascia di popolazione giovane, più le percentuali si uniformano. E più il divario con gli adulti della stessa nazione si amplia. Il più evidente è in Turchia (+52%), Spagna (+50%) e Giappone (+47%), mentre rimane minimo in Nigeria (+11%).

Il “collante” per la fascia 18-34 anni sono sicuramente i social, canale di informazione, comunicazione e svago che fa aumentare le percentuali di connessione a internet. Il tracollo del formato cartaceo come strumento di informazione e l’avvento della tecnologia ha spostato il baricentro delle news, facendo confluire quindi la maggior parte del flusso di notizie su internet. Non a caso, secondo una ricerca italiana di alfabetizzazione digitale, il 51% dei giovani preferisce leggere notizie dai social più di ogni altro canale di comunicazione.

Articolo di T.S.