Pubblicità, UPA: aumento costi energetici, possibile ricaduta sugli investimenti

L’impennata dei costi energetici preoccupa il mondo della pubblicità. Gli investimenti pubblicitari potrebbero subire dei forti cali: “sappiamo bene che quando c’è da tagliare, la prima voce su cui intervenire è spesso quella della comunicazione pubblicitaria”, ha detto Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente UPA, Utenti Pubblicità Associati.

L’andamento degli investimenti pubblicitari in Italia nel 2022, quindi, potrebbe vedere delle contrazioni anche a causa delle spinte inflazionistiche che stanno investendo l’economia, oltre che per i maggiori costi che le imprese devono sostenere per l’approvvigionamento energetico. 

In ogni caso, per delle stime e dei dati più certi sull’andamento del 2022, bisognerà aspettare gli inizi di febbraio, quando l’associazione renderà pubblici i risultati della survey che abitualmente conduce tra le sue associate. 

Quindi Sassoli si dice “personalmente molto preoccupato, dal momento che è sicuro che l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime peserà sui bilanci di tanti inserzionisti”. UPA prevede poi un tasso di inflazione, già attualmente al +4%, in aumento del 6% nel 2022. 

Sicuramente, l’ottimo andamento del 2021 ci assicurerà almeno un primo trimestre del nuovo anno sostanzialmente stabile e senza sorprese, almeno dal punto di vista del mercato pubblicitario. “Anche perché tanta gente passerà più tempo in casa e sarà così più esposta ai mezzi di comunicazione, dalla televisione al digitale. I timori sono più legati a quello che avverrà dopo”, spiega ancora Sassoli.

“Ci muoviamo dunque in uno scenario di “prevedibile imprevedibilità del futuro”, con la consapevolezza però che la comunicazione pubblicitaria ha il compito di rafforzare la marca nel medio e nel lungo periodo, e non deve dunque venir sacrificata», chiosa il presidente.