Polo tech vs AGCOM: Cdn sottoposte al regime Eecc

Le principali associazioni europee e italiane del settore tecnologico e della tutela dei consumatori hanno espresso forte contrarietà alla Delibera AGCOM n. 207/25/CONS, che equipara le Content delivery network (Cdn) alle reti di comunicazione elettronica e le sottopone quindi al regime di autorizzazione generale previsto dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (Eecc).

Le associazioni si rivolgono al Governo

Secondo le associazioni firmatarie – tra cui Business software alliance (Bsa), Computer & communications industry association (Ccia), Euroconsumers Group, Altroconsumo, Internet infrastructure coalition, InnovUp e ITI – la decisione dell’Autorità rappresenta una interpretazione impropria e un’estensione ingiustificata del perimetro normativo europeo.

In una lettera indirizzata al Governo, le organizzazioni chiedono di bloccare l’attuazione della Delibera, garantendo un quadro regolatorio che favorisca l’innovazione, rispetti gli impegni europei e sostenga la trasformazione digitale del Paese.

Le motivazioni del dissenso

Come chiarito dalle associazioni, le Cdn operano in ambito privato, gestendo la distribuzione di contenuti digitali già richiesti e pagati dagli utenti finali. Diversamente dai servizi di telecomunicazione pubblici, esse non forniscono connettività diretta agli utenti, ma si limitano a ottimizzare la consegna dei dati per migliorare velocità, stabilità e sicurezza del traffico online.

Per questo motivo, includerle nel campo di applicazione dell’Eecc viene considerato un errore concettuale che, di fatto, creerebbe un nuovo tipo di “network usage fee” – un onere economico per la distribuzione dei contenuti. 

Secondo i firmatari, la misura di AGCOM rischia di danneggiare gravemente l’ecosistema digitale italiano, scoraggiando nuovi investimenti infrastrutturali e creando incertezza normativa. Infatti, il pericolo è quello di isolare l’Italia e di compromettere il suo ruolo strategico come hub tecnologico nel Mediterraneo.

Le potenziali conseguenze della delibera

Questo quadro normativo penalizza con costi più alti e minore qualità dei servizi digitali Startup, PMI e industrie creative. Anche enti pubblici, banche, strutture sanitarie e agenzie governative, che si affidano alle Cdn per gestire i picchi di traffico e garantire la cybersicurezza, subirebbero un peggioramento dell’efficienza e della sicurezza informatica.

In conclusione, le associazioni sostengono che la delibera Agcom rischia di rallentare gli obiettivi del Decennio digitale europeo e quelli previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), segnando di fatto la compromissione del percorso di innovazione tecnologica del nostro Paese. 

Articolo di D.C.G.