Osservatorio Agcom: ricavi a -5,6% per il settore media, -12,1% editoria

Agcom ha pubblicato un altro Osservatorio sulle comunicazioni – Monitoraggio Covid-19 che analizza i settori di competenza dell’Autorità nel periodo gennaio-maggio 2020. Infatti, il decreto “Cura Italia”, aveva già ribadito il ruolo di AGCOM quale autorità competente per eventuali modifiche, integrazioni o deroghe alla regolamentazione ordinaria, necessarie per far fronte all’emergenza sanitaria, assicurando la concorrenza nei mercati delle infrastrutture e dei servizi e, al contempo, la tutela degli utenti. 

A tale scopo sono stati avviati tavoli tecnici permanenti di consultazione e di confronto continuo con gli operatori di settore e gli stakeholder, al fine di giungere ad individuare proposte idonee a risolvere le principali criticità emerse nelle settimane dell’emergenza sanitaria. Il periodo di lockdown ha rappresentano un rilevante stress test per il sistema delle comunicazioni italiano che ha mostrato di saper reggere l’urto. Il settore delle comunicazioni ha infatti giocato un ruolo centrale nella gestione della crisi, dimostrandosi uno degli assi portanti del sistema economico e sociale del nostro Paese. 

Nella nota rilasciata da Agcom si legge che “il settore delle telecomunicazioni ha registrato nei primi tre mesi del 2020 una flessione dei ricavi pari al 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e questo anche a fronte di un forte aumento del traffico dati giornaliero dovuto principalmente al più intenso utilizzo di contenuti video in streaming”. 

Il dato che riguarda il settore dei media mostra un calo dei ricavi del -5,6% nel primo trimestre dell’anno, e il segmento che mostra perdite maggiori è quello dell’editoria con un -12,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Nell’analisi dell’Autorità, emerge anche come l’emergenza sanitaria di questi ultimi mesi ha “accelerato inevitabilmente il processo di digitalizzazione della società italiana; individui, famiglie, imprese e istituzioni si sono trovati dinanzi alla necessità di utilizzare servizi digitali per continuare a lavorare, per studiare, per tenersi informati, per mantenere i propri rapporti familiari e sociali”. Ma l’Osservatorio denuncia anche varie criticità emerse, come “disuguaglianze digitali, capacità infrastrutturali e sicurezza della rete, disinformazione e ruolo delle piattaforme online”. Si tratta ovviamente di debolezze preesistenti che però diventano sfide da superare per la transizione al digitale.