
Le dichiarazioni di dicembre 2024 secondo cui OpenAI, famosa azienda no-profit di sviluppo IA, sarebbe dovuta diventare una società a scopo di lucro, sono state corrette a seguito delle molte critiche ricevute da accademici, investitori ed ex dipendenti.
Sam Altman, CEO della società, ha chiarito definitivamente con un post su X che solo la divisione for-profit, aperta nel 2019, diventerà una Public Benefit Corporation (PBC) e la società principale, che resterà no-profit, continuerà a controllare OpenAI e anche la PBC.
Entrambi i rami continueranno a inseguire la stessa missione originaria, ovvero creare un’IA che vada a beneficio dell’intera umanità.
La ristrutturazione per trovare investitori
Già da settembre si era diffusa l’ipotesi di un cambio di rotta verso la ricerca del profitto, soprattutto nell’ottica di attirare nuovi investitori come Microsoft, per esempio, che ad oggi detiene il 49% dell’azienda.
Nelle dichiarazioni, però, non era ben chiaro come l’azienda principale no-profit avrebbe gestito la ristrutturazione. Le ultime novità sembrano essere la giusta via di mezzo tra etica aziendale e investimenti, per garantire l’accesso anche ad altri capitali. Ne è la prova l’ultimo round di finanziamento da 40 miliardi di dollari da parte di SoftBank, che ha portato l’azienda a quota 300 miliardi di valutazione.
Tante le divergenze nell’amministrazione
Dalla fine del 2023, con le dimissioni di due figure chiave, Mira Murati e Ilya Sutskever, le tensioni all’interno della governance sono andate aumentando sempre di più fino a settembre 2024, quando il CdA ha rimosso dall’incarico Sam Altman per 5 giorni.
Nello stesso periodo si sono diffuse voci per cui tutta l’azienda sarebbe potuta diventare una PBC a scopo di lucro, voci che non sono passate inosservate né a Musk né a Meta.
Il nuovo assetto finanziario
Secondo la legge americana, le aziende PBC sono tenute a bilanciare il profitto con il perseguimento di un impatto sociale positivo. Una misura, questa, che consente a OpenAI di superare la barriera del “profitto limitato” con cui la divisione creata nel 2019 ha operato fino ad ora.
La no-profit manterrà comunque il controllo pieno sulla PBC detenendo anche una quota importante. Dati alla mano, si trasformerà in una delle organizzazioni no profit meglio finanziate in tutto il mondo. L’obiettivo del nuovo assetto è di fornire agli investitori una base più stabile e che allo stesso tempo possa garantire la continuità con l’idea di base che anima OpenAI, quella di creare un’Intelligenza Artificiale che sia pari o migliore rispetto alle capacità umane e al servizio dell’intera collettività.
Articolo di L.C.