Mattarella: la stampa locale deve “far ritrovare il senso di comunità come nazione, come singoli territori, e come dimensione europea”

«I giornali locali sono quelli che hanno i lettori più esigenti, perché parlano di realtà che il pubblico sovente conosce direttamente. L’antidoto alle fake news è molto più forte, c’è una maggiore attendibilità per l’informazione che viene fornita».

Sabato scorso si è conclusa la XIX Assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), riunitasi a Roma dal 21 al 23  novembre 2019, nella quale sono stati rinnovati il Consiglio Nazionale ed il comitato tecnico consultivo della Federazione.

In precedenza, una rappresentanza della Fisc, guidata dal presidente uscente don Adriano Bianchi, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sergio Mattarella

Parlando della stampa locale, di quei “giornali di popolo”(come li ha definiti Bianchi nel suo saluto al Capo dello stato), Mattarella ha sottolineato come «i giornali locali sono quelli che hanno i lettori più esigenti perché parlano di realtà che i lettori sovente conoscono direttamente».

«L’antidoto alle fake news è molto più forte, c’è una maggiore attendibilità nelle testate locali per l’informazione che viene fornita», ha evidenziato il Presidente.

(Foto da www.quirinale.it)

Le testate diocesane e in generale tutte quelle di informazione territoriale «dimostrano che c’è una forte resilienza, malgrado le difficoltà che periodicamente affiorano e anche qualche assalto che talvolta viene rivolto alla stampa locale o generalmente ai mezzi di comunicazione», ha proseguito il Capo dello Stato, con riferimento anche alle «esigenze di carattere normativo cui si è attenti, che sono importanti e che vanno seguite anche da questo Palazzo».

Mattarella ha sottolineato con forza quello che deve essere l’obiettivo: «Contribuire a mantenere la formazione di coscienze libere e consapevoli di cittadini che abbiano spirito critico e capacità di valutazione, offrendo loro fatti e parametri per interpretarli in maniera tale che siano consapevolmente partecipi della vita democratica. Questo è il vero presidio della democrazia, questo è il fondamento e l’obiettivo dell’ articolo 21 della nostra Costituzione».

E poi c’è una «esigenza particolarmente importante per il nostro Paese in questo momento storico: – ha concluso il Presidentequella di far avvertire e ritrovare il senso di comunità di vita che il nostro Paese deve mantenere e sviluppare costantemente come Paese, come singoli territori, come dimensione europea. È l’esigenza di non chiudersi in piccoli egoismi ma di aprirsi ed essere consapevoli che vi è una condizione di vita comune, una comunanza di prospettive e di futuro».

(Foto da www.quirinale.it)

Andrea Martella

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Andrea Martella, intervenuto alla inaugurazione del Convegno Fisc, ha ribadito: «La legge di bilancio ha portato alla sospensione del taglio diretto ai contributi per l’editoria. È solo il primo intervento per i giornali diocesani, che sono i principali beneficiari dei contributi pubblici all’editoria. Seguirà un organico piano di riorganizzazione dei fondi nella prossima riforma della legge per l’editoria».

Soffermandosi sulla “rivoluzione digitale” che «ha incentivato disintermediazione”, il sottosegretario ha evidenziato che «questo mutamento tecnologico interroga da vicino la società e le istituzioni pubbliche. Negli ultimi anni all’informazione si è affiancato e sostituito il fenomeno delle notizie presenti in rete e delle fake news. La svalutazione del lavoro giornalistico professionale pone problemi sul pluralismo».

In presenza di «uno scenario così complesso», la risposta indicata da Martella non è quella della «rinuncia e della resa, ma quella della capacità di essere ‘portatori di speranza’ . – ha aggiuntoDa questo punto di vista l’editoria di prossimità e la realtà dei giornali diocesani possono essere presidio di pluralismo e libertà».

Mons. Stefano Russo

«Quali saranno gli scenari del futuro? Sopravvivrà il cartaceo? Cosa sarà di noi?  – si è chiesto mons. Russo, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (CEI) – Sono domande che colgo nella loro sofferenza, a volte sfiducia, e che, comunque, presentano un’incertezza diffusa».

Per Russo, «le difficoltà sono tantissime; a rischio c’è la sopravvivenza dell’esperienza come per altre realtà editoriali; inutile negare una certa fatica nel trovare ricette utili. E, d’altronde, questi presidi territoriali stanno diminuendo sempre più. Non si tratta di un dato ascrivibile alle sole nostre realtà. C’è un elemento, però, che non va trascurato: l’informazione è innovazione».

«I settimanali, in sé e per sé, sono innovazione. E la storia ne è testimone. Ma non bisogna fermarsi al passato. Avremo futuro se saremo innovativi dentro! Anche nell’ambiente comunicativo – ha ribadito il Segretario della CEIvale il principio educativo: il soggetto è colui che deve essere formato e insieme il più grande formatore di se stesso”.