L’Italia guida la rivoluzione digitale, seconda tra i Paesi G7

L’European Center for digital Competitiveness ogni anno pubblica uno studio –Digital riser Report– che misura la capacità di trasformazione digitale negli ultimi tre anni di 137 Paesi del mondo. 

L’edizione di quest’anno riporta un’importante evidenza: l’Italia ha scalato la classifica dei Paesi del G7, passando dall’ultimo posto al secondo gradino del podio in soli dodici mesi.

Questo enorme balzo in avanti nel settore digitale è avvenuto grazie agli investimenti e alle buone pratiche introdotte soprattutto nell’ultimo anno. Secondo il report, infatti, nel Gruppo dei Sette Canada, Italia e Francia sono stati i più dinamici. 

Sicuramente l’importante crescita del nostro Paese è un esempio di come un cambiamento di questa portata possa avvenire “rapidamente con le giuste misure”, a detta di Christian Poensgen, che ha condotto lo studio.

Per lo studio, il successo della scalata italiana risiede fondamentalmente in tre iniziative: la creazione di “Repubblica Digitale”, lanciata dal Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale per superare il divario digitale culturale presente nella popolazione italiana, sostenere la massima inclusione digitale e favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro tra i cittadini; l’introduzione dell’Italian Startup Act, un nuovo quadro normativo che definisce una serie di criteri di ammissibilità per individuare le nuove imprese innovative e potenziare l’ecosistema delle start up; e, infine, il sostegno alla formazione a distanza, all’imprenditoria e all’innovazione (blockchain, intelligenza artificiale e internet of things, in particolare) con sostanziosi investimenti mirati.

“Nonostante il campanello d’allarme della pandemia, il nostro rapporto evidenzia che le tecnologie digitali non sono ancora una priorità per molti governi”, afferma il prof. Philip Meissner che guida lo European Center for digital Competitiveness. “Questo è sorprendente, poiché il modo in cui i governi gestiscono la transizione digitale delle loro economie determinerà in modo significativo quanto saranno competitivi e prosperi i loro Paesi nei decenni a venire”.