
Più di 40 organizzazioni per i diritti umani hanno collaborato al 4° Media Freedom Report annuale di Liberties’, per arrivare alla conclusione che la libertà di stampa è messa a dura prova in diversi Paesi europei.
Secondo il report, “i governi influenzano i media assegnando finanziamenti statali agli organi di informazione favorevoli e utilizzando i media del servizio pubblico come strumenti di comunicazione“.
Lo studio analizza quattro aree principali: libertà dei media e pluralismo, sicurezza dei giornalisti, libertà di espressione e legislazione europea.
Chi si nasconde dietro ai media?
In Croazia, Francia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Svezia c’è un’alta concentrazione della proprietà dei media. Spesso famiglie facoltose, spiega il paper, o singoli individui controllano giornali o piattaforme di informazione attraverso altre società. Preoccupa anche la trasparenza della proprietà stessa, che in alcuni dei Paesi già citati, oltre che in Italia e Repubblica Ceca, resta ancora troppo torbida.
Come afferma lo studio, la gestione opaca della proprietà nel settore dell’informazione porta ad un abbassamento della credibilità dei media. Dei 21 Paesi europei presi in esame, solo in 3 di questi si riscontra un alto livello di fiducia.
Anche i giornalisti nel mirino
La situazione dei giornalisti è altrettanto preoccupante. Vulnerabili ai discorsi d’odio e spesso vittime di attacchi fisici, gli operatori del settore si trovano minacciati da un lato dalla violenza sociale e dall’altro dal settore pubblico stesso che mette il veto alle richieste di informazioni.
A volte, però, è l’istituzione stessa a minacciare, come è successo in Francia, Germania, Grecia, Ungheria e Spagna dove è stata la polizia a fare violenza contro i giornalisti. L’Italia, che apparentemente non si trova in questo elenco, è invece presente se si parla di minacce o molestie contro le donne.
Gli esiliati da Russia e Bielorussia, invece, devono stare più attenti all’uso di spyware, problema diffuso anche ad altri Paesi europei. Il report pone anche l’accento sulla situazione croata, tedesca e slovena, che vede nell’odio verso i giornalisti un problema serio. Tutti questi Paesi hanno “preso provvedimenti per sanzionare i media che si adoperano per diffondere discorsi d’odio”.
Attacco alla democrazia
“Supportare la libertà di stampa è cruciale, specialmente nei tempi di crisi e di incremento dei movimenti autoritari”, conclude il report. Nel meccanismo di pesi e contrappesi che tiene viva la democrazia europea, il giornalismo rappresenta il giusto strumento per equilibrare la bilancia e garantire un uso responsabile del potere, “ecco perché i governi che vogliono indebolire lo stato di diritto e le istituzioni democratiche iniziano sempre con il controllo della stampa”.
Articolo di L.C.