
Nella seconda parte della nostra intervista con Roberta Lombardi, Sustainability Manager e consulente strategica in materia di ESG per le PMI, approfondiamo come l’innovazione tecnologica stia ridefinendo i paradigmi della sostenibilità nell’informazione. Dopo aver esplorato le trasformazioni nel mondo della carta stampata, ci addentriamo ora nelle sfide e nelle opportunità che la digitalizzazione porta con sé, dall’impatto ambientale dei data center al ruolo dell’intelligenza artificiale nella gestione dei contenuti.
La transizione digitale e le sue sfide
La transizione verso il digitale apre nuovi scenari di complessità ambientale. Come può un editore digitale implementare una strategia ESG efficace che bilanci innovazione e sostenibilità?
La transizione digitale nell’editoria è un terreno estremamente complesso dove sostenibilità e tecnologia si intrecciano in modo tutt’altro che scontato. Sul fronte ambientale, i data center rappresentano oggi veri e propri “mostri energivori”. Un singolo centro elaborazione dati può consumare quanto una piccola città, con un impatto in termini di emissioni di CO2 davvero significativo. Le strategie più innovative riguardano quindi l’adozione di soluzioni cloud basate su energie rinnovabili, la scelta di provider che utilizzano impianti alimentati da fonti green, e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica dei sistemi.
L’obsolescenza tecnologica poi è un altro capitolo cruciale. I dispositivi di lettura – smartphone, tablet, e-reader – hanno un ciclo di vita sempre più breve, generando montagne di rifiuti elettronici. Un editore digitale attento può intervenire promuovendo pratiche di economia circolare: programmi di riciclo dei dispositivi, partnership con aziende che rigenerano apparecchi elettronici, campagne di sensibilizzazione sul riuso. Le strategie ESG più evolute guardano però oltre. Significa progettare piattaforme digitali che siano esse stesse sostenibili: codice ottimizzato che richiede meno energia per essere eseguito, design che privilegiano leggerezza e risparmio energetico, algoritmi intelligenti che riducono il consumo computazionale.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda la gestione dei contenuti. La produzione di contenuti digitali ha un impatto ambientale: ogni foto, video, immagine richiede energia per essere caricata, archiviata, trasmessa. Quindi la sostenibilità diventa anche una questione di scelta e ottimizzazione dei contenuti. Non è solo una questione di riduzione degli impatti, ma di ripensare l’intera esperienza digitale in chiave sostenibile. Una sfida che unisce tecnologia, etica ambientale e innovazione editoriale.
Intelligenza Artificiale e sostenibilità editoriale
L’integrazione dell’IA nel settore editoriale sta aprendo nuove frontiere. Come questa tecnologia può contribuire a un’informazione più sostenibile?
L’intelligenza artificiale sta diventando un alleato prezioso per la sostenibilità nel settore editoriale, agendo su molteplici livelli con un potenziale davvero significativo. Nella produzione dei contenuti, l’IA può ottimizzare l’efficienza energetica in modi sorprendenti. Algoritmi intelligenti possono analizzare e ridurre il consumo computazionale, selezionando contenuti e immagini che richiedono meno energia per essere processati, archiviati e trasmessi. Si tratta di una forma di sostenibilità digitale che va oltre l’immaginazione tradizionale.

Dal punto di vista ambientale, l’IA può supportare analisi predittive incredibilmente precise sui consumi e sugli sprechi. Nei processi di distribuzione, ad esempio, può ottimizzare le rotte di consegna dei giornali cartacei, ridurre gli invii superflui, prevedere con precisione la domanda reale di copie, minimizzando gli sprechi di carta e risorse.
Per quanto riguarda la governance, l’intelligenza artificiale diventa uno strumento di trasparenza e monitoraggio. Può analizzare enormi quantità di dati per verificare l’effettiva implementazione dei criteri ESG, identificare eventuali criticità e suggerire miglioramenti in tempo reale. Nell’ambito sociale, l’IA può supportare la diversità e l’inclusione. Algoritmi intelligenti possono analizzare i contenuti per rilevare bias inconsci, suggerire equilibri nella rappresentazione di generi, etnie, prospettive diverse. Un modo sofisticato per garantire una narrazione più equa e rappresentativa.
Un capitolo interessante riguarda la personalizzazione sostenibile dei contenuti. L’IA può costruire esperienze editoriali su misura, riducendo la produzione di contenuti non rilevanti e quindi il relativo impatto energetico. Meno carta sprecata, meno energia consumata per generare contenuti non letti. Non ultimo, l’aspetto economico: l’ottimizzazione dei processi tramite IA può generare risparmi significativi, reinvestibili in pratiche di sostenibilità. Un circolo virtuoso che trasforma l’innovazione tecnologica in opportunità concreta di miglioramento ambientale e sociale.
Naturalmente, serve un approccio etico. L’IA non è una bacchetta magica, ma uno strumento che richiede consapevolezza, supervisione umana e un’impostazione strategica chiara.
Governance e indipendenza: un equilibrio necessario
Come si può strutturare un’organizzazione editoriale per garantire simultaneamente indipendenza giornalistica, trasparenza e pratiche sostenibili?
La governance di un’organizzazione editoriale sostenibile poggia su tre pilastri fondamentali: trasparenza, indipendenza e responsabilità. Dal punto di vista strutturale, questo significa:
- Consiglio di amministrazione con membri indipendenti e competenze ESG
- Meccanismi di controllo che separino chiaramente la proprietà dalla linea editoriale
- Rendicontazione pubblica e dettagliata delle scelte strategiche
- Sistemi di verifica incrociata delle fonti di finanziamento
- Codici etici stringenti che regolino i potenziali conflitti di interesse
La vera sfida è mantenere l’equilibrio tra sostenibilità economica e integrità giornalistica. Non si tratta solo di stabilire regole, ma di creare una cultura organizzativa dove l’etica sia un valore condiviso e praticato quotidianamente. Un modello virtuoso prevede trasparenza totale: bilanci pubblicati, criteri di selezione dei contenuti esplicitati, meccanismi di controllo aperti al pubblico. La sostenibilità passa anche attraverso la fiducia dei lettori.
Diversità e inclusione nell’era digitale
Come si traducono concretamente le pratiche di diversity e inclusione nella gestione di una redazione digitale?
Nell’editoria moderna, rendere concrete le pratiche di diversity e inclusione significa ripensare sia il modo di lavorare che i contenuti che produciamo. In redazione, questo si traduce nell’apertura a voci e prospettive diverse: giornalisti e autori di differenti background culturali, età ed esperienze che possano arricchire il dibattito editoriale con punti di vista autentici e variegati.
Sul fronte dei contenuti, significa dare spazio a storie che rappresentino la complessità della società contemporanea, evitando stereotipi e narrazioni standardizzate. Ad esempio, una casa editrice può sviluppare collane dedicate ad autori emergenti provenienti da minoranze culturali, o un giornale può impegnarsi a raccontare temi sociali attraverso le voci dirette dei protagonisti.
Pratiche concrete possono includere programmi di mentorship per giovani talenti sottorappresentati, linee guida editoriali per una comunicazione inclusiva e politiche di welfare che favoriscano un ambiente lavorativo accogliente e flessibile. L’obiettivo è creare un circolo virtuoso dove la diversità in redazione si rifletta naturalmente in contenuti più ricchi e rappresentativi della società.
Il sostegno alla trasformazione sostenibile
Quali strumenti di sostegno sono disponibili per le realtà editoriali che intraprendono questo percorso?
Le case editrici, soprattutto le più piccole, possono accedere a diverse opportunità per sostenere i costi delle pratiche sostenibili. In Italia, ci sono incentivi fiscali per la digitalizzazione e l’efficienza energetica, mentre a livello europeo programmi come Horizon Europe e il Life Programme offrono finanziamenti per progetti green. Anche le regioni promuovono bandi locali dedicati alla sostenibilità.
Collaborare con associazioni di categoria e partner tecnologici può ridurre i costi iniziali, mentre strumenti come il crowdfunding o i green bond permettono di coinvolgere direttamente i sostenitori. Infine, utilizzare materiali certificati, come la carta FSC o quella innovativa, può beneficiare di agevolazioni specifiche, dimostrando che sostenibilità e innovazione vanno di pari passo.
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La trasformazione digitale dell’editoria rappresenta un momento cruciale di ridefinizione del rapporto tra tecnologia, sostenibilità e informazione. Come emerge chiaramente dall’analisi di Roberta Lombardi, le sfide sono complesse ma le opportunità di innovazione sono altrettanto significative. Il percorso verso un’informazione veramente sostenibile richiede un approccio integrato che bilanci responsabilità ambientale, sociale e di governance, sfruttando le potenzialità del digitale per creare un ecosistema informativo più efficiente e inclusivo. La convergenza tra innovazione tecnologica e sostenibilità sta plasmando un nuovo modello di editoria, dove l’attenzione all’impatto ambientale si coniuga con la responsabilità sociale e la trasparenza nella governance. Un percorso complesso ma necessario, che richiede visione strategica, competenze specifiche e un impegno costante verso l’eccellenza e l’innovazione sostenibile.
