INPGI: approvate dal Cda misure di intervento, 1% di contributo straordinario

Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, nella seduta del 23 giugno 2021, ha dato attuazione alla delibera di impegno assunta nello scorso mese di gennaio e ha approvato un pacchetto di misure volte a incrementare le entrate e ridurre la spesa nel rispetto di quanto previsto dall’art. 16 quinquies della legge n. 58 del 28 giugno 2019. 

Si tratta di misure che l’ente è tenuto ad adottare per accompagnare l’auspicato processo di allargamento della platea delineato dalla norma e che entreranno in vigore dopo l’approvazione dei Ministeri vigilanti.

Le misure

In sintesi, l’intervento prevede:

  • – L’introduzione per cinque anni di un contributo straordinario dell’1% per il riequilibrio della Gestione previdenziale sostitutiva dell’AGO a carico di tutti gli iscritti attivi e pensionati, che determinerà un incremento di gettito quantificabile in 15,5 milioni di euro annui. Nell’arco del quinquennio di vigenza, pertanto, affluiranno nelle casse dell’Istituto 77,5 milioni di euro. Per quanto riguarda i colleghi in attività, il contributo concorrerà ad incrementare la propria posizione previdenziale.
  • – La rimodulazione del limite di reddito cumulabile con la pensione, con l’abbassamento della attuale soglia di franchigia a 5.000 euro annui. Ciò comporterà un risparmio di spesa pensionistica quantificabile in circa 1,5 milioni di euro annui. È stata comunque decisa una deroga per le pensioni di importo annuo non superiore al trattamento minimo contrattuale annuo del redattore ordinario vigente nell’anno precedente (oggi pari a 38 mila euro). In questo caso, il limite di reddito cumulabile è fissato, a decorrere dall’anno 2022, in 22.000 euro.
  • – La sospensione della concessione delle residue prestazioni facoltative (case di riposo, superinvalidità e sussidi). Il risparmio riguarderà le nuove domande e a regime, il risparmio di spesa annuo è stimabile in circa 1,2 milioni di euro.
  • – Poiché la pensione di anzianità erogata dall’Inpgi si consegue con 62 anni e 5 mesi di età e 40 anni e 5 mesi di contributi, è stata introdotta una percentuale di abbattimento pari al 3% su base annua, rapportata agli anni e ai mesi mancanti al raggiungimento del requisito della pensione anticipata vigente nel sistema generale e, cioè, oggi 41 e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini. La misura potrebbe comportare una minore spesa nel primo anno di 255 mila euro, nel secondo anno di 510 mila, nel terzo anno di 765 mila euro e cosi via.
  • – Per quanto riguarda, infine, i costi di struttura, al fine di concorrere al riequilibrio della Gestione previdenziale, il Consiglio Generale – il 29 aprile scorso – ha già adottato un intervento per ridurre del 10% gli oneri afferenti i compensi dei componenti degli Organi Collegiali, per un importo stimato pari a circa 130 mila euro. Le ulteriori riduzioni del 5% dei restanti costi di struttura, deliberate oggi dal CDA, compresi quelli del personale, sono stimate in circa 1,12 milioni di euro annui. Il totale complessivo stimato dei risparmi sui costi di struttura è pari, quindi, a 1,25 milioni di euro.

L’allargamento della platea

La presidente INPGI, Marina Macelloni, continua a sostenere che l’unica soluzione per la ripresa dell’Ente sia l’allargamento della platea ai comunicatori: “Dalle proiezioni attuariali fatte elaborare dall’ente emerge chiaramente che l’unica soluzione strutturale in grado di ripristinare l’equilibrio economico finanziario della gestione è esattamente costituita dall’ingresso di nuovi contribuenti. Soluzione tra l’altro che non prevederebbe nessun onere diretto a carico dello Stato”.