Giornalisti, 1400 uccisi in 30 anni: “problema universale”

Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), istituzione che ha sede all’Aja, ha aperto un procedimento sugli omicidi dei giornalisti in occasione della Sessione di apertura che si è tenuta il 2 novembre scorso.

Il TPP chiarisce che è responsabilità degli Stati proteggere i professionisti dell’informazione, tutelando il loro lavoro e la loro sicurezza e agendo direttamente in caso di minacce o fatti violenti.

Il procedimento

Dal gennaio 2022 al maggio dello stesso anno, il Tribunale Permanente dei Popoli procederà, tramite una serie di udienze, ad esaminare i casi più emblematici. La giuria sarà composta da 9 personalità con diverse competenze nel settore.

I numeri

Il dato da cui è partito questo procedimento è allarmante: dal 1992 più di 1.400 giornalisti sono stati uccisi e il 90% di questi omicidi è rimasto impunito. Il problema non riguarda solamente i Paesi meno democratici: il TPP è infatti “consapevole che l’omicidio di giornalisti è un problema universale”, così come è conscio “della gravità e dell’importanza di questa piaga, conseguenza di un ambiente ostile alla libertà di stampa”, ha dichiarato il Segretariato generale del TPP, motivando l’apertura della procedura.

Infatti, stanno aumentando da anni anche le minacce e gli abusi ai danni dei giornalisti anche in Ue: il loro numero “è raddoppiato negli ultimi due anni, e dal 2015, 14 giornalisti sono stati uccisi”.

“La violenza e i crimini contro i giornalisti sono al loro apice. Secondo il calcolo effettuato da RSF, 990 giornalisti e membri degli staff di mezzi di comunicazione sono stati uccisi nel mondo fra il 2010 e il 2020 a causa o nell’esercizio del loro lavoro, consistente nell’informare il pubblico. Dall’inizio del 2021 ne sono stati uccisi già 39”, ha spiegato nella sua testimonianza al Tribunale il segretario generale di Reporters Senza Frontiere, Christophe Deloire.